martedì 21 giugno 2016

747. Perplessità a 5 stelle

Premesso che nella mia vita ho votato senza continuità Radicali, Rifondazione, SEL, Verdi, Altra Europa, e forse una volta anche Comunista, a me dei 5stelle preoccupa il liberismo spinto e la libertà di essere omofobi e xenofobi, che gli iscritti e i loro rappresentanti esercitano probabilmente in modo disomogeneo: è comodo dire che sono temi che non riguardano il movimento, e l'apertura di Beppe Grillo a Casa Pound, partito violento di estrema destra originato da un centro sociale nazi-fascista romano, è molto strumentale ma fa accapponare la pelle! E mi si dà del prevenuto...
Intendiamoci, a me dà molto fastidio che qualsiasi forza politica promuova il liberismo economico, ma ormai la stragrande maggioranza degli schieramenti politici lo fa.
Al di là di simpatie e antipatie personali ho letto dichiarazioni di Grillo sul loro disinteresse rispetto ai diritti civili, come intesi dalla tradizione Radicale: in effetti a molti elettori non interessa l'omofobia, il femminicidio, il razzismo e il suprematismo ideologico. 
Ma come si fa a non rendersi conto di quanto sia qualunquista e populista il pensiero di Grillo, che tra l'altro m'è sempre stato simpatico?
Io sono unicamente PREVENUTO nei confronti dei Fascisti e dello Strapotere Ecclesiastico, non certo verso il mio concittadino Grillo, e anni fa, anzi, mi auguravo che lui e poi i 5Stelle combinassero grandi cose. E mi piacciono le regole che si son dati rispetto agli stipendi e ad altro e che vorrei si dessero pure le altre forze politiche. Comunque certi altri argomenti per loro sono irrilevanti.
Ma valuto molto quel che dicono i giornalisti del "Fatto" Scanzi, Travaglio, Gomez e Padellaro, molto "Grillòfili" ma da cui Grillo prontamente prende le distanze appena avanzano qualche critica al Movimento.
Per l'amministrazione delle città preferisco gente poco polemica come l'avvocato Giuliano Pisapia, anche per quello che da sindaco ha fatto in 5 anni a Milano, senza tanti "megafoni", pur col fardello dell'Expo ereditato dalla Giunta della berlusconiana Moratti.
A Milano, comunque, il M5S ha raccomandato di votare, nel ballottaggio decisivo di domenica 19, per Parisi, candidato della Destra. Ma mi sentirò dire che non è vero o che è il solito fango dei Media di Potere.
La "Comunicazione Strategica" come disciplina, specializzazione e laurea dà da pensare, e nel M5S di Grillo e Casaleggio e nel PD di Matteo Renzi direi che fa scuola, con risultati diversi! Comunque, la Comunicazione Strategica, sviluppata da Watzlawick e da Nardone, è l’uso del linguaggio verbale, paraverbale e non verbale come strumento per rendere capace la propria comunicazione non solo di far capire razionalmente ma soprattutto di far sentire suggestivamente ciò che si vuol indurre nei nostri interlocutori.
Parafrasando un certo Austin, bisogna arrivare a un linguaggio "performativo" che sostituisca quello ordinario indicativo, ovvero passare da una comunicazione che spiega a una che induca a fare: direi una sorta di "oratoria subliminale", che poi secondo me porta chi la studia a usarla nella vita di tutti i giorni per prendere per i fondelli o, se va bene, per manipolare tutti gli interlocutori.
Meditate, gente, e spaventatevi!

 

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