mercoledì 17 febbraio 2016

739. "Water" al cinema.

Visto in tivù "Water" film canadese del 2005 di Deepa Mehta, ambientato nell'India coloniale, ma girato interamente in Srilanka.
Mahatma Gandhi, allora prossimo al rilascio, combatteva sia le rivalità religiose tra Mussulmani, Indù, Buddisti, Sikh, Cristiani e Jainisti, sia quei principii indù che creavano assieme al sistema delle Caste, e in parte creano tutt'ora, diseguaglianze incolmabili e ingiustizie sociali insopportabili, come le condizioni di vita disagiate di donne e bambine rimaste vedove senza parenti acquisiti con cui potersi risposare. 
Nel 1938 a Benares-Varanasi, un giovane benestante sostenitore di Gandhi (l'attore indiano John Abraham) s'innamora di una giovane vedova (l'attrice canadese Lisa Rani Ray) confinata in un eremo cittadino con altre compagne, tra cui una bimba di 6 anni (la singalese Sarala Kariyawasam), praticamente la protagonista, e una "zia" molto fiera e religiosa (l'indiana Seema Biswas), tutte vessate da un'anziana "badessa" dispotica e priva di scrupoli (l'indo-irlandese Manorama Issacdaniels).
L'apparente rete di divieti che le ingabbia, opzione certamente migliore della morte sugli stessi roghi funebri dei mariti, le mantiene vive ma fuori-casta, simili agli intoccabili, ma diventa spesso violenza e sfruttamento.
La trama è da seguire come un dramma, tra le viuzze e i cortili interni, con uno sguardo alla corrente e agli alberi del Gange, e alle sue scalinate di pietra che scendono in acqua. 
E' rilevante notare che la allora piccola attrice singalese, recitando all'interno del proprio paese in un film canadese in lingua hindi, dovette affrontare 3 sfide: imparare in pochi giorni hindi e inglese e subire la rasatura completa dei capelli. E con la sua innocenza e spontaneità risultò la gemma del film, rimasto a ragione un culto dei critici.

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