Quest'Expò 2015 è stata concepita come luogo di promozione di tutte le cucine e i prodotti del mondo ma anche come vetrina dei nostri prodotti e materie prime, ma la prima istanza doveva essere la discussione sulle strategie contro carenze, carestie e sprechi in atto: "Nutrire il Pianeta".
E' da poco uscito un documento vegano, non sponsorizzato, che può essere comunque un'ispirazione: "Nutrire il Pianeta Senza Uccidere", nemmeno i diritti di animali e uomini, aggiungo io. Si tratta della Carta del Lago Cimino, redatta nell'antica zona vulcanica omonima in provincia di Viterbo, un'oasi senza cemento, coronata da monti e boschi. L'ipotesi che ne esce è un'opzione possibile, tra quelle che possono portarci un vero Futuro: una rivoluzione etico-alimentare biologica che favorisce produzione e incremento di proteine vegetali, verdure, cereali, frutta. Propone persino di abolire gli allevamenti, visti dai suoi redattori come barbarie vera.
Il progetto italiano per l'Expò, poi profondamente modificato in corso d'opera, aveva vinto la gara internazionale, e i principii che lo dovevano animare dovevano essere per logica quelli del commercio e della produzione equo-solidali, insomma sostenibilità ecologiche e etiche legate ad agricoltura, allevamento e lavorazioni tipiche dei prodotti.
Comunque l'Expò è partita storta a cominciare dalla data fissata per l'apertura che è stata fatta coincidere con la Festa dei Lavoratori che sempre ha portato manifestazioni e partecipazione sindacale, che andavano considerate soprattutto in un momento socioeconomico tanto particolare.
Sponsor non previsti, tangenti e ritardi hanno caratterizzato l’andamento di questa “scommessa” che, a detta dei politici, Milano ha vinto: ma grazie anche a Monsanto, McDonald’s, Nestlé e CocaCola, idrovore multinazionali che coi principii ispiratori di questa manifestazione non hanno realmente nulla a che fare. Del "comitato finanziatore" fa parte anche Starbucks, compagnia solo un po' meno famelica e spregiudicata delle altre 4.
Quindi a Milano il "Discorso del Renzi" all'inaugurazione m'è risultato indigesto per la comunicazione retorica, farlocca e "mentalista" anche condita dalla solita prosopopea del nostro Primo Ministro. Oltretutto l'accento toscano, che in bocca ad altri mi risulta piacevole e divertente, sfoggiato da lui m'irrita sempre, per quella forzatura sguaiata che ci mette.
Ma il pomeriggio dello stesso giorno nella stessa città alla seconda sfilata dei Lavoratori, cioè la Mayday, quella delle rivendicazioni e delle contestazioni a cui quest'anno si sono aggiunte posizioni anti-Expò, in mezzo ai Centri Sociali, alla Sinistra Antagonista e agli Anarchici si celava il cosiddetto "blocco nero": di questi teppisti violenti da Radio Popolare è stata evidenziata la particolare strategia politica manifestata in diversi contesti di protesta dall'inizio di questo secolo. Per quest'ultima devastazione del Primo Maggio, però, è stata notata da diversa gente la sincronizzazione tra i 2 distinti lanci di fumogeni da parte delle forze dell'ordine e l'apparizione e sparizione dal corteo dei Black Bloc mascherati ma con orologi e scarpe "di pregio".
Ma questa "seconda strategia della tensione" mi pare duri dal G8 di Genova del 2001 con tante prove mai più prese in considerazione.
Comunque nonostante il formidabile impatto estetico del ponte d'accesso e la magnifica tessitura bianca della superficie esterna del Padiglione Italia, penso proprio che compirò il mio dovere etico di disertare per boicottaggio questa lunga manifestazione globalista commerciale, in "pieno peccato morale".
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