Erano anni che non affrontavo tutti questi chilometri in auto. E ora eccoci qui nella zona di Capalbio, in Bassa Maremma, passato l’Argentario, sul confine tra Toscana e Lazio, segnato dal torrente Chiarone.
Da Milano circa 500 chilometri: durante tutta la parte centrale del viaggio, piogge di varia intensità rischiarate costantemente dal sole che arrivava a scaldare parabrezza e cruscotto.
Era tantissimo che non facevo la Cisa per scendere lungo la Penisola.
L’impatto quest’anno è stato bellissimo per il rigoglio della vegetazione, dovuto alla piovosità eccezionale di quest'ultimo scorcio di tempo.
Molto prima del valico già si mostravano tante quinte sfalsate e sovrapposte con colori a contrasto come orizzonte scenografico naturale costituito dai rilievi appenninici: il riferimento solito alla pittura orientale è inevitabile, comunque procedendo lungo l’autostrada una fuga continua d’infinite scacchiere coltivate e appezzamenti, simili alle fantasie dei tessuti degli anni ’60.
Poi la percezione, confermata dalle indicazioni stradali, di una transregione che si chiama Maremma, fatta di terre umide, acquitrini e lagune con tanto tanto verde.
Scontate ma incantevoli le macchie semoventi di bovini e cavalli, praticamente bradi: sempre lungo l’autostrada scorre in lontananza l’Argentario che domina la sua bella laguna.
Una prima esplorazione sempre in auto ci fa scoprire ville, casali e villette letteralmente mimetizzati dal verde, con le entrate segnate da staccionate di legno: poi la sorpresa di un paio di greggi, segnalati dalle loro campanelle.
Poi ci attende un pellegrinaggio un po’ penoso per trovare una camera per una sola notte, tra motel, autogrill e bellissimi agriturismi: ricerca assolutamente infruttuosa.
Dopodiché, individuato comunque il nostro albergo, disponibile per noi solo dall'indomani, 16 agosto, ci si inerpica sù per la strada collinare, stretta e non illuminata, che porta a Capalbio-Centro: una guida notturna che non m'auguro di ripetere.
Il centro è bello e pieno di vita e riusciamo a cenare benissimo con piatti tradizionali toscani in una vecchia osteria riconvertita a trattoria con veranda rustica sulla piazza.
Il pernottamento forzato in auto lungo un muro di cinta si rivela, alla mattina, una barzelletta: la pace interrotta solo dai versi di cucù e cicale era quella non d'una villa disabitata ma d'un camposanto. Decenni addietro m'era successa la stessa cosa dopo la prima notte trascorsa in un campeggio calabrese sulla spiaggia, allineato là con altri stabilimenti simili, vedemmo che il campeggio adiacente proprio alla nostra tenda, altro non era che un cimitero.
Il mattino dopo di buon'ora siamo in spiaggia a Marina di Cabalbio esattamente in un sito famoso, di cui non avevo mai sentito parlare, perché non m'interesso di gossip, l'Ultima Spiaggia, protetta da Guardie Forestali e altre staccionate di legno a perdita d'occhio: odore di nafta, sale, eucalipto ed erbe aromatiche davanti a un mare grigio in ebollizione, sotto una cupola di nuvole candide.
Una breve pineta precede la lunghissima duna consolidata da una bellissima macchia mediterranea che degrada verso la battigia: un piccolo parco marino di sabbia fine, color sale e pepe: Durante il primo bagno di mare mi son ritrovato, girandomi da solo verso l'orizzonte, a 4 metri da un gabbiano che galleggiava mangiucchiando un pescetto e guardandomi fisso! Che bello!
Premettendo che in questa zona i pini marittimi a ombrello sono comunissimi, un elemento ricorrente è quello di 2 di queste piante che "si baciano" le rispettive fronde formando sopra varchi e strade un arco molto romantico, o addirittura delle gallerie rassicuranti e pittoresche.
Viste in giro tante agavi, canne palustri, buganvillee, palme e campi di girasoli che s'alternano a moltissimi vivai.
Un successivo ritorno diurno sù a Capalbio ci dà il gusto della visita al borgo medievale, praticamente una fortezza percorsa da stradine intricate con un grande fascino.
Sempre qui ci dicono che i cinghiali sono numerosissimi e girano nell'ombra della macchia e dei boschetti, ma noi non ne abbiamo incontrati! .
Poi una settimana di belle giornate di sole, nuvole e vento ci ha reso molto piacevole questo soggiorno.
Qui in Costa d'Argento, a cavallo tra Toscana e Lazio, pizze e focacce sono gustosissime e a buon mercato, e la cucina tradizionale è di alto livello con carne, pesce, tanti ortaggi e pasta fatta a mano.
Nel nostro albergo, I Briganti di Capalbio, tutto questo ben di Dio è servito con semplicità e "rifinito" con dolci prelibati fatti in casa, e anche l'affabilità e la disponibilità sono dispensati soprattutto da Cristina al banco della hall e da Andrea al bar della piscina.
Proprio una bella e breve vacanza, in famiglia e tra amici, finita un po' di traverso per un guasto alla ventola di raffreddamento durante il ritorno a Milano.
Premettendo che in questa zona i pini marittimi a ombrello sono comunissimi, un elemento ricorrente è quello di 2 di queste piante che "si baciano" le rispettive fronde formando sopra varchi e strade un arco molto romantico, o addirittura delle gallerie rassicuranti e pittoresche.
Viste in giro tante agavi, canne palustri, buganvillee, palme e campi di girasoli che s'alternano a moltissimi vivai.
Un successivo ritorno diurno sù a Capalbio ci dà il gusto della visita al borgo medievale, praticamente una fortezza percorsa da stradine intricate con un grande fascino.
Sempre qui ci dicono che i cinghiali sono numerosissimi e girano nell'ombra della macchia e dei boschetti, ma noi non ne abbiamo incontrati! .
Poi una settimana di belle giornate di sole, nuvole e vento ci ha reso molto piacevole questo soggiorno.
Qui in Costa d'Argento, a cavallo tra Toscana e Lazio, pizze e focacce sono gustosissime e a buon mercato, e la cucina tradizionale è di alto livello con carne, pesce, tanti ortaggi e pasta fatta a mano.
Nel nostro albergo, I Briganti di Capalbio, tutto questo ben di Dio è servito con semplicità e "rifinito" con dolci prelibati fatti in casa, e anche l'affabilità e la disponibilità sono dispensati soprattutto da Cristina al banco della hall e da Andrea al bar della piscina.
Proprio una bella e breve vacanza, in famiglia e tra amici, finita un po' di traverso per un guasto alla ventola di raffreddamento durante il ritorno a Milano.
Nessun commento:
Posta un commento