giovedì 24 luglio 2014

653. Il proselitismo laico DEVE vincere sulle guerre!!

Il virus neoliberista ha creato, nel giro di diversi lustri, enormi sacche d’impoverimento che hanno ri-favorito conflitti anche sanguinosi, estesi ad àmbiti prima immuni, come quelli etnico-linguistico-religiosi delle nuove nazioni.

Ormai musulmani, ebrei, cristiani, indù e buddisti intrecciano la morte con le loro ostilità di principio: rappresaglie, sacrilegi, rivendicazioni di territorii e giacimenti di gas e petrolio, conditi da interessi stranieri!
In nome d'una laicità libera per tutti e contro il rischio d'una repressione globale di tutti i diritti civili, sessuali e affettivi ormai acquisiti da donne, uomini e razze, è urgente secondo me che tutti i popoli di ogni religione dichiarino la loro laicità civile contrapposta alle proprie fedi private, per salvaguardare proprio la libertà di tutti a pregare o non pregare.
Prima volta in 2mila anni, non ci sono più cristiani a Mossul, convertiti o messi in fuga, derubati, insultati e lasciati in pieno deserto: le case cristiane segnate con la N di nazarat, “cristiani”, privazione di acqua e cibo, e infine conversione, morte, o esodo verso il Kurdistan, nazione notoriamente laica, che però ora ha messo un “tetto” alla quota d’accoglienza perché invaso da rifugiati di minoranze come shiiti, drusi, e yazidi, senza contare anche i tanti sunniti che potrebbero voler uscire dal “califfato” per non dover accettare regole incivili come segregazione sessuale, infibulazione generalizzata e condanne capitali per crimini religiosi, eseguite tramite lapidazione e altro.
Da quando il califfato Isis, in arabo Dāʿish, si è autoproclamato da Iraq a Siria adottando integralmente la Sharīʿa, legge di Allah, il palazzo episcopale è stato bruciato, e continuano sistematici gli omicidii religiosi, con crocifissioni e razzie.
L’obbligo d’infibulazione delle femmine è stato appena decretato in tutti i territori conquistati per proteggere lo Stato Islamico dalla propagazione di peccato e vizi: “il dottor Ibrahim Abu Bakr Baghdadi ha deciso che le donne debbano essere cucite”.
Ma dopo la condanna dei salafiti egiziani e del Consiglio di sicurezza dell'Onu, i vertici del Dāʿish fanno retromarcia rispetto alla persecuzione dei cristiani della zona di Mossul, chiedendo di rientrare ma a certe condizioni.
Secondo il sito-web Ankawa, l’ufficio legale del Califfato ha ora invitato i cristiani dai minareti delle moschee di tornare alle proprie case sotto il loro controllo, a patto che paghino una tassa di protezione prevista dalla sharia per i non musulmani, esazione illiberale d'altri tempi, quantificata in questo tempo da brividi in 450 dollari annui, o che facciano arruolare i loro giovani nell’organizzazione.
Il sogno di Abu Baghdadi è capeggiare un califfato dell’estensione di quello dell’età d’oro dell’Islam, dall’Iran alla Spagna, con la prospettiva d’incorporare Balcani, Turchia, Nordafrica, penisola Iberica, Sudan, Abissinia, Medioriente, penisola Arabica, Asia Centrale e Pakistan.
Ci vorrebbe proprio una specie d'adesione mondiale alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, compresa l'insindacabilità dell'autodeterminazione religiosa, filosofica e ideologica, adesione da propagare e comunicare capillarmente, in modo che nessuna religione o ideologia affermi la propria supremazia assoluta, in nessun modo, nè subdolo, nè vittimistico, nè terroristico, nè buonista!!

fonti: www.leonardo.it / www.ilfattoquotidiano.it / www.lastampa.it

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