Nel corso della Sua vita pubblica Stefano Rodotà, calabrese arbresh, ha sempre voluto trattare da laico temi difficili come procreazione assistita e obiezioni di coscienza, unioni di fatto e diritti dei non-eterosessuali, testamento biologico e limiti etico-giuridici della ricerca scientifica, presenza condizionante della religione nel "pubblico" e il diritto alla riservatezza personale, la non-applicazione della legge sul conflitto d'interessi e l'ammaloramento della legge elettorale: è il giurista più conosciuto e riconosciuto dagli Italiani, ma non certo privo di esperienze parlamentari, del quale l'appartenenza tra gli anni '60 e '70 al movimento Radicale spiega la sempre salda cultura in materia di diritti civili. Eletto come indipendente di sinistra per 3 volte, fu nella Commissione Affari Costituzionali per 2 volte e nella Bicamerale per le riforme. Poi europarlamentare, fu proposto come ministro della Giustizia dal torinese Achille Occhetto. E ancora in Parlamento divenne Vicepresidente della Camera dei Deputati. Poi optò per l'insegnamento universitario.
Contro una Sua eventuale elezione alla massima carica dello stato qualcuno potrebbe tirare in ballo il Suo parto d'una legge sulla privacy, la 675/96, poi disintegrata da un nuovo Codice, oppure qualcun altro potrebbe criticare certe Sue posizioni dichiarate in merito ai “temi etici”, ma nessuno mette in dubbio la Sua fedeltà alla Costituzione Repubblicana, la Sua onestà rispetto a tutti gli incarichi assunti e le Sue competenze giuridiche. Il sassarese Francesco Cossiga era forse l'unico che apertamente l'aveva "detratto", definendolo «leader del proletariato mondiale, campione imperituro del marxismo-leninismo» e «piccolo arrampicatore sociale», per «togliersi i sassolini dalle scarpe», cioè tirare insulti ai non allineati a lui come Presidente della Repubblica, da cui i tanti "conflitti d'attribuzione tra poteri dello Stato". Il professor Rodotà in quel caso gli propose un accordo arguto: «lui smette di dire falsità sul mio conto, e io smetto di dire verità sul suo».
Ma penso che le 2 personalità del padano bi-polare Pierlivio Berloni, in grado di condizionare da posizioni liberistico-padronali di destra e con istanze sindacali deviate di sinistra, per 20 anni la vita politica italiana, non s'arrischino a parlar male d'un uomo di tanto valore per non misurarvisi direttamente e perdere così tutta la ricchezza e l'impunità accumulata a destra, e tutto l'elettorato cattolico, bigotto e pseudo-progressista accumulato a sinistra. Di Lui non parlano, come se gli italiani non lo conoscessero.
Così non viene eletto uno Statista che in questa fase di rischio democratico e d'impoverimento rapidissimo della Nazione avrebbe fatto di tutto per liberarci di pesi morti e per accelerare meccanismi utili al disincaglio di questa nave gravissimamente arenata nella palude degli interessi conflittuali, dei debiti insanabili, della paralisi del commercio e di elezioni diventate inutili.
fonti: www.ecodibergamo.it / www.ondamica.it / it.wikipedia.org
Ma penso che le 2 personalità del padano bi-polare Pierlivio Berloni, in grado di condizionare da posizioni liberistico-padronali di destra e con istanze sindacali deviate di sinistra, per 20 anni la vita politica italiana, non s'arrischino a parlar male d'un uomo di tanto valore per non misurarvisi direttamente e perdere così tutta la ricchezza e l'impunità accumulata a destra, e tutto l'elettorato cattolico, bigotto e pseudo-progressista accumulato a sinistra. Di Lui non parlano, come se gli italiani non lo conoscessero.
Così non viene eletto uno Statista che in questa fase di rischio democratico e d'impoverimento rapidissimo della Nazione avrebbe fatto di tutto per liberarci di pesi morti e per accelerare meccanismi utili al disincaglio di questa nave gravissimamente arenata nella palude degli interessi conflittuali, dei debiti insanabili, della paralisi del commercio e di elezioni diventate inutili.
Ora si può dire di tutto su quello che avrebbe potuto o non potuto fare Rodotà se fosse stato eletto, ma ciò che non si può certo negare è la natura intrinsecamente e drammaticamente da barzelletta dello Stato Italiano. Ecco
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son d'accordo, ma veramente avevo cominciato a scriverlo 3 giorni fa, davanti all'evidente indifferenza nei suoi confronti ostentata da B&B.
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