domenica 31 luglio 2011

325. Montalbano a NewYork

Ho letto un "Montalbano" in America: Il sorriso di Angelica di Camilleri mi ha fatto compagnia nelle sieste e soste oltreoceano. Da un po' non leggevo Camilleri e questo romanzo pubblicato da Sellerio "Noir" m'è parso particolarmente bello, più osticamente siciliano degli altri: chissà perché questa volta il vernacolo italo-siculo usato massicciamente pure dalla voce narrante m'è parso meno italiano. Io amo lo sforzo di comprensione per leggere le lingue degli altri, beninteso, ma mi sono chiesto come il lettore medio italiano approcci Camilleri. Per me l'autore potrebbe fare un glossario per le voci più usate nei suoi romanzi: ci sono certe cose che io conosco del dialetto siciliano perché curioso e ultracinquantenne, ma ritengo che ad un ventenne-trentacinquenne medio, amante beninteso della letteratura italiana, andrebbe dato uno strumento in più per godere d'una bellissima scrittura così com'è, pari restando di Camilleri la qualità d'espressione in italiano e nella sua parlata natìa così codificata. Questo romanzo oltretutto mette in campo uno squilibrio emotivo fortissimo del protagonista dovuto alla sua infatuazione letteraria adolescenziale per Angelica raffigurata da Doré per l'Orlando Furioso di Ariosto: la sua sovrapposizione alla fisionomia del personaggio-cardine non risulta neppure forzata, e su questo sentimento tutta la narrazione dell'indagine si sviluppa col solito fascino sornione ma mai istrionico del grandissimo personaggio a tutto tondo che è Andrea Camilleri. Ecco!

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