venerdì 17 giugno 2011

303. 3 pensioni, 3 città

La Pension Kettler di Berlino si trova nella zona ovest, a Charlottenburg accanto a Wilmersdorf, vicinissima a uno dei tanti trafori del bastione circolare dell'antica metropolitana sopraelevata. E' gestita dalla proprietaria Isolde Josipovici, in tutto 6 stanze per gli ospiti in questo appartamento d’altri tempi, che trabocca di soprammobili, carabattole, sue fotografie vecchie e ritratti di ospiti passati di lì, oltre che di arte eclettica.
La stanza più notevole era spaziosa e sexy come un boudoir d’altri tempi, mi pare con un gran letto biedermeier, tappezzeria rosa alle pareti e una quasi-veranda di 3 finestre affacciate su un giardino interno, ma la dotazione più apprezzabile di questo posto era proprio la cordiale padrona di casa: in gioventù modella e artista giramondo, ora instancabile paladina della conservazione e difesa delle fontane storiche di Berlino, per questo famosa in città come Brunnenfee, la Fata delle Fontane! Che peraltro ammannisce colazioni fantastiche e personalizzate.
La Kettler mi ricorda quello che era negli anni '70 il grande appartamento dell'hotel Beau-Site a Ginevra, in place du Cirque, allora gestita dai coniugi Tony e Gisèle Fisher, ma ancora esistente.
Loro 2 diventarono per me amici affezionati, poi persi di vista in sèguito al loro divorzio, ma il pezzo più tipico di quel posto era la coppia di cani che girava in mezzo agli ospiti: un boxer enorme e un danese pachidermico, Moloch e Haroun, disastrosamente affettuosi, che per vedere in faccia chi si avvicendava nei loro ambienti non esitavano a prendere in bocca il quotidiano dalle mani di chi lo stava leggendo. Nessun grande ambiente, tranne la sala per la colazione con calorifero ottocentesco con scaldavivande passante incorporato.
E invece un minuscolo hotel, non familiare ma raccolto, m'ha ospitato a Parigi, tra edifici che mi ricordano certe vie di Ginevra. La zona è quella tra i giardini del Lussemburgo e la stazione di Montparnasse.
Un fascino mitteleuropeo accomuna quelle 3 pensioni e le loro 3 città.
Tornato dopo qualche lustro a Ginevra rimasi delusissimo da come pareva essere decaduta e trascurata, quella città internazionale. E la mia prima e unica volta a Berlino qualche anno fa fu proprio un colpo di fulmine! E altrettanto forte è stata l'attrazione provata per Parigi, tanto che un secondo soggiorno seguì il primo, a distanza di un mese e mezzo o poco più.
Ginevra coi sù-e-giù degli spazi verdi, i mercatini, i grandi magazzini e i negozi scintillanti è divisa e aggregata dal Rodano: chiese gotiche, battelli, ponti e gabbiani portano fino al punto d'affluenza del lago Lemano dov'è il Getto d'Acqua, fontana semplicissima che proietta l'acqua fino a 150 metri. Oltre alle ville di Florissant, non si deve rinunciare a un giro al monte Salève e all'isola Jean-Jacques Rousseau, e il gateau aux pruneaux e la braserade vanno assaggiati assolutamente.
Invece a Berlino m'hanno emozionato i Musei, quello del Muro, quello dell'Olocausto, e quello Egizio. M'hanno dato un gran senso di libertà i grandi viali e la sconfinata piazza Potsdam col suo Centro commerciale con un altissimo atrio di cristallo, aggregato a edifici preesistenti. Mi dicono che quella sterminata distesa, allora in riallestimento, è attualmente dominata da una grande fontana moderna e da molte costruzioni futuristiche. La visita al checkpoint Charlie invece m'ha comunicato in modo violento la grande sofferenza umana accumulata negli anni da quel luogo.
Che dire di Parigi? Tutti i suoi palazzi, parchi e giardini, le stradine invase da locali multiculturali, il museo-stazione d'Orsay, il Louvre, les Thuileries, il Centre Pompidou e la tour Eiffel m'han visto arrivare a piedi pian piano con la cartina appoggiata al marsupio, per non perdermi. Son passato persino davanti al negozio Destruction des Animaux Nuisibles (Sterminio di Animali Nocivi) che diversi anni dopo ho rivisto tale e quale per la sua vetrina con ratti morti nel cartone animato Ratatouille. Ma il ricordo più strano è il mio arrivo alla Bastiglia per un appuntamento con un'amica accorgendomi che la Bastiglia davvero era stata rasa al suolo dai rivoluzionari lasciando spazio alla piazza.

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