lunedì 18 ottobre 2010

165. Depressione: esperimenti e risultati (nota)

All’Università di Yale il gruppo di ricerca del dottor Duman ha condotto un'indagine su campioni di tessuto cerebrale di pazienti affetti da depressione deceduti, confrontandolo con quello di persone non affette dalla patologia. I ricercatori hanno potuto così scoprire la presenza di un gene, chiamato MKP-1, doppia nel cervello delle persone depresse: la sua funzione è inibire un segnale essenziale alla sopravvivenza e al funzionamento dei neuroni, ma già lo si sapeva coinvolto nella genesi di depressione e altri disturbi mentali. Era stato appurato che un gruppo di topi col gene MKP-1 silenziato risultava particolarmente refrattario allo stress, mentre con la riattivazione di quel gene, iniziava a mostrare sintomi di tipo depressivo. La scoperta che un certo inibitore neuronale sia particolarmente attivo nella depressione permette di inserire come obiettivo terapeutico anche il gene MKP-1 anche per lo sviluppo di farmaci innovativi , utili alla terapia di soggetti depressi refrattari ai trattamenti ora a disposizione.
Si arriverà forse a meno di sostanze come il litio che di fatto dà dipendenza di tipo tossico e sbalzi umorali e comportamentali nei depressi in cura? Certo è che gli esperimenti su animali da laboratorio generano pena negli zoofili come me, ma se tutte le ricerche analoghe a questa, non cruente e poco invasive, sul genoma umano riuscissero a ridar speranza a persone affette da malanni disparati e disperati, personalmente sarei disposto a fare un tifo incondizionato per questi scienziati.
(notizia su Repubblica)

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