mercoledì 19 settembre 2018

804. Suprematismo inglese al tramonto anche in Australia.


Nel 1992 fu abrogato il principio giuridico britannico che regolava la questione degli “indigeni” e che definiva l’Australia "terra nullius", una terra vuota senza proprietà, in modo da poter essere legittimamente occupata da coloni europei.
Ma ci fu anche uno sforzo perverso da parte del governo australiano di sradicare la cultura aborigena e le sue lingue tramite punizioni, traslochi forzati, sterilizzazione e abduzione forzata dei bimbi dalle loro famiglie, sistema usato anche dal governo canadese, sino a tempi molto recenti, nei confronti dei nativi. 
A questo punto la maggior parte delle tante lingue aborigene australiane che esistevano prima della colonizzazione sono estinte o in serio pericolo.
Questa politica scellerata, attuata in tutti i continenti da diverse Potenze, in Australia è terminata ormai da tempo: tra le lingue aborigene quelle occidentali vicino ad Alice Springs e un paio di quelle settentrionali non sono più a rischio di estinzione.
Anche l’istruzione bilingue ha contribuito a questo bel risultato sebbene abbia causato le
rimostranze di tanti genitori aborigeni sul fatto che la scolarizzazione elementare non mette più in grado i loro figli di Imparare bene l’inglese.
Nel 2013 comunque il Consiglio delle tribù Murrawarri dell’Outback del Nuovo Galles in una
lettera a Elisabeth Windsor, regina del Regno Unito e a Julia Gillard, premier di Queensland e New South Wales dichiarò formalmente l’indipendenza della propria regione dal Commonwealth britannico: “il popolo Murrawarri non ha mai alienato la sua sovranità sulle terre, sulle acque, sullo spazio aereo e sulle risorse naturali del proprio territorio, ma ne ha ceduto in concessione il mero esercizio alla Corona britannica”.
fonti:
 https://laprospettivadelfunambolo.com/2013/05/27/la-repubblica-di-murrawarri-e-la-sfida-alla-regina/

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