mercoledì 27 luglio 2016

753. Hitchcock - film

Ho trovato molto iconico ma realistico il film Hitchcock / Making of Psycho di Sacha Gervasi del 2012 che tratta sin dall'inizio la genesi, la lavorazione e l'uscita nei cinema di Psycho nel 1960. 
François Truffaut, morto 52enne nell'84, fu grande cultore e esperto di Hitchcock, morto 81enne nell'80, al punto che nel 2015 è stato costruito un documentario sulla loro affinità e amicizia. Secondo Truffaut, appunto, la sceneggiatura di Psycho è scandita da parte dell'amico Hitch. Persino tutti gli arredi sanitarii furono stradiscussi sulla sola base della lettura del soggetto dalla terribile Censura di allora: si disputò appunto anche sulla "scena della doccia", che con quella della "fuga" in auto e con la prima inquadratura di casa Bates sono icone indelebili che hanno segnato chi ha visto e rivisto il film.
Ma musica, montaggio e bianco&nero furono i veri strumenti che crearono l'illusione di un film sanguinoso e realista: il virtuosismo di inquadrature e montaggio per alterare la percezione, il b/n abbondantemente fuori epoca ma così impressionista e la colonna sonora per drammatizzare scene costruite con fotogrammi asettici furono scelti anche per scavalcare la Censura.
Per la "scena della doccia", oltre a sapere che il sangue che ricordiamo, non lo si vede sgorgare da nessuna ferita, era in realtà cioccolata liquida, e che quel coltellaccio lungo tutto il film non vien mai visto penetrare la carne di nessuno, bisogna anche sapere che il musicista Hermann propose a Hitchcock quel pezzo d'archi proprio dove il regista non avrebbe voluto musica. Lo stesso compositore collaborò con Orson Welles, François Truffaut, Brian De Palma e Martin Scorsese.
Proprio amici, collaboratori e sgambettatori del Maestro del Brivido vengono a galla in questa pellicola con Anthony Hopkins, famoso per i personaggi di Re Riccardo e di Hannibal the Cannibal, e Helen Mirren, famosa per il personaggio di Fata Morgana e protagonista di The Queen sulla morte di Lady Diana: 2 fantastici interpreti britannici per quella coppia britannica ma residente in USA che partorì, oltre a una figlia e a numerose creature di celluloide,  anche quel capolavoro e caposaldo del cinema. 
Il trucco di Hopkins qui è magistrale e lui si cala perfettamente nei panni di un personaggio straconosciuto, con tutti i suoi modi di fare e i suoi vezzi.
La sceneggiatura di questa "docufiction" è coerentemente ansiogena come tutti i film che A.H. fabbricò ma che non gli valsero purtroppo nessun Oscar: Lui però condivise nel '78 il Golden Globe alla carriera con la moglie Alma Reville, sua sodale e compagna per più di 50 anni.
Con un cast tutto all'altezza che comprende, nella parte di Janet Leigh, Scarlett Johansson già Ragazza con l'orecchino di perla, si parte dal timore, ridicolo per oggi, di uno stallo d'ispirazione di A.H. dopo "Intrigo Internazionale", solo dell'anno prima, se si considerano 28 tra cortometraggi e lungometraggi da lui diretti dal '40 al '59, per arrivare alla lettura del romanzo fresco di stampa, basato su un fatto vero.
Dopodiché Lui rastrellò tutte le copie in vendita per produrre subito il film: doveva essere una sorpresa per tutti gli spettatori mantenendo tutta la suspence e per questo fece giurare tutta la troupe e tutto il cast perché si mantenesse il segreto.
Poi, la sceneggiatura scritta quasi di getto e la scelta degli attori, la lotta coi censori con cui A.H. si battè con scaltrezza, il mascheramento di passione e gelosia interna a quella coppia così celebre. 
Coi Produttori che svicolavano per l'argomento proposto anche davanti a un budget decisamente basso, in famiglia fu presa la decisione di autoprodursi: usarono quasi tutta la troupe che già lavorava con loro in tivù, ipotecarono la loro villa con giardino e piscina, e eliminarono le abituali spese faraoniche di servitù, parco-macchine e approvvigionamento aereo di gourmandises da Francia e Regno Unito!
Bisogna anche riconoscere che i ricatti della Censura finirono per influenzare positivamente l'opera, in cui il regista e i collaboratori stretti dispensarono trucchi e aggiramenti che ne fecero una sintesi stilizzata di ansia, essenzialità e finzione, insomma un vero capolavoro del brivido!
Magari non si può dire lo stesso di quest'altro film che ne racconta lo sviluppo, ma che di sicuro è riuscito a darci di A.H. un'immagine plausibile, l'icona di un grande artista innamorato della moglie, dell'immagine delle sue attrici bionde e di questo film per cui rischiò con Alma di perdere una vita agiatissima!
Nella colonna sonora della pellicola diretta da Sacha Gervasi sono presenti un po' di motivi che ben conosciamo compreso quello, di Gounod, che costituiva la sigla dei telefilm di circa mezz'ora di Hitchcock presenta e L'ora di Hitchcock che io personalmente ho visto sin da bimbo: nonostante fosse una musichetta quasi comica, Marcia funebre per una marionetta mi agitava dalle prime note, anticipandomi sotto pelle il delitto che esplodeva puntualmente.

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