Sentendo il Maestro Daniel Barenboim ospite in tivù dalla Gruber, giornalista Italiana "Austro-Ungarica" confrontarsi con Philippe Daverio, esperto d'arte Italiano di madre Franco-Alsaziana, non ho potuto fare a meno di apprezzarlo ancor di più come persona e di condividere con Daverio una commozione spontanea: ebreo Aschenazita di passaporto Israeliano, nato in Argentina, cresciuto in Israele e affermatosi in Europa studiando e facendo musica tra Austria, Francia, Svizzera, Italia e Germania, ora continua a promuovere il Diwan per giovani musicisti Palestinesi ed Ebrei, a Berlino.
Musicalmente wagneriano, sdoganò il "suo" autore nel 2001, suonandolo alla fine di un concerto in Israele, dove ne era vietata da sempre l'esecuzione: il pubblico, ridotto da poche defezioni, alla fine lo premiò con applausi che lo commossero alle lacrime, ma subito l'Assemblea Israeliana ribadì la propria posizione sull'antisemitismo "nazista" di Wagner promuovendo il boicottaggio di Barenboim, che non intese poi porgere le scuse pubbliche richieste.
Nonostante nella Germania nazista Beethoven, Mozart, e Bach con contenuti razzisti fossero pure rappresentati, fu poi deciso che fosse Wagner il simbolo dell'antisemitismo musicale, in quanto compositore preferito di Hitler!
E' che il nostro Maestro apprezza l'impeto e l'effetto di quella musica, valutandone dati e sfaccettature che da profano mi sfuggono in blocco: m'azzardo però a dire che evidentemente l'opera di quell'Autore venne impregnata di valenze ideologiche e razziste da chi, amandola, la volle strumentalizzare per la propaganda politica nazionale.
Era scontato che Fiamma Nirenstein, famosa giornalista Italo-Israeliana di destra, scrivesse sulla "irresponsabilità e violenza" di Barenboim nell'accettare il passaporto Palestinese, "scelta che legittima la violenza": ma per lui non era dissonante con l'idea che in "TerraSanta" il conflitto non è politico ma culturale, e ne risulta che ora come ora i 2 popoli, per me anche 4 o 5, dovrebbero accettare la convivenza e la libera circolazione in quella stessa terra, senza voltarsi le spalle o combattersi, lasciando indietro rivendicazioni e accuse reciproche.
Da diverso tempo condivido questo pensiero, che è il succo della pace in tutte le parti del mondo. Ma non avendo legami diretti proprio con quella terra il mio parere è irrilevante anche se ammetto che da sempre il mio coinvolgimento emotivo ambivalente è incontrollabile!
fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Barenboim
http://www.ilpost.it/filippofacci/
http://www.fiammanirenstein.com/
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