domenica 2 giugno 2013

602. Franca Rame!

Voglio ricordare Franca Rame anch'io: mi riaffiorano sprazzi di quando, ancora bimbo a Genova, vedevo quella sua memorabile conduzione di Canzonissima '62, ancora in bianco e nero, condivisa con Dario Fo. Dopo 2 o 3 puntate la censura democristiana di quel regime centralista "licenziò" i 2 coniugi, esiliandoli di fatto dall'allora unico ente radiotelevisivo, a causa della sigla "sù cantiam", interpretata dal coro da "miracolo economico" di un "pòpol musicòmane", ma soprattutto per i loro sketch, con lei protagonista, sulla vita reale: la malattia professionale di una casellante e di tutta la famiglia, la morte di un muratore precipitato dall'impalcatura e l'uso di parole nuove di zecca per la tivù, come sciopero, serrata, morti bianche e, udite udite, mafia!! 
Comunque la sua recitazione lombardissima, ma mai dialettale, influenzò, assieme a quella della sua omonima Valeri, una bella banda di attrici satiriche, comiche e drammatiche di tutte le nostre regioni: penso alla Melato, a Delia Scala, a Rosalia Porcaro, alla Vitti, alla Marchesini, alla Cucciari e alla Litizzetto. E lei, dopo un successo proseguito per anni solo a teatro con le grandi opere di Fo e anche con lavori suoi, rivelò nell'88, ospite di Celentano in tivù, la violenza subita da parte d'un gruppo d'estrema destra, in quanto femminista in vista, famosa e scomoda, nel monologo "Lo stupro": denunciato Il reato, la sentenza di colpevolezza arrivò solo 25 anni dopo, ma  prescritta. E dopo il Nobel che Fo condivise con lei, scese in politica, uscendone dopo 2 soli anni: di recente ricevette una lettera dall'associazione di ex-componenti di Palazzo Madama che chiudeva con una questua ai "soci": un contributo di 15 euro mensili per finanziare il loro programma di incontri. E nella denuncia ospitata dalle pagine de Il Fatto Quotidiano la ex-senatrice Rame, replica pungente: "Ma state ragionando con la testa o con un'altra parte del corpo lontana dal cervello?". E lei parla di privilegi reali e regali come il vitalizio di "appena" 3mila euro al mese ottenuto con una sola legislatura, mentre l'associazione definisce "presunti" e "inesistenti" quei privilegi da ex-senatori, scagliandosi contro una campagna mediatica insidiosa e di parte. Ma per lei quando era parlamentare la rendicontazione era una pratica meticolosa, normale per comportarsi responsabilmente. E tutto quello non speso per affitto, cibo o collaboratori, lo versava a chi ne aveva bisogno: per il pranzo le bastavano 3 o 4 euro al ristorante del Senato, e dopo una giornata massacrante a Palazzo Madama, cenava a casa, evitando ristoranti alla moda.
Riguardo alla polemica interna dei rimborsi-spesa ai parlamentari 5Stelle, con un gruppo di loro che protesta per tenersi la diaria non spesa, lei racconta di aver decurtato parte del suo stipendio per acquistare computer per il Tribunale dei Minori di Milano, per un totale di 12.228 euro, perché lo Stato non muoveva un dito, le cause aumentavano e la mancanza di quei mezzi tecnici costringeva gli operatori a riempire moduli e a scrivere documenti a mano, creando gravi ritardi nell’amministrazione della giustizia, e di aver pure spedito 10mila euro agli ex-operai dell’Eutelia di Pregnana Milanese, disoccupati indigenti con famiglia. Catalogati e documentati anche inchieste sugli sprechi, e aiuti e finanziamenti varii. Riteneva importante dare l'esempio per la solidarietà e quando Fo vinse il Nobel per la Letteratura, nel 1997, in soldoni 1 miliardo e 690 milioni di lire dal Re di Svezia, fu fondato il comitato “Un Nobel per i disabili”, con 32 pulmini, tecnicamente attrezzati per il trasporto dei portatori di handicap: e ora, anche per le polemiche suscitate da Grillo, pare che pure i senatori si sian messi a risparmiare!
Altre sue dichiarazioni memorabili: "Mi vergogno di chi non si vergogna del proprio Paese amministrato da fantocci ricolmi di vuoto". "I grillini mi piacciono, ma stiano attenti alle sirene che gli hanno già proposto denaro e vantaggi per voltare gabbana, da loro finora sempre denunciate. Mi spiacerebbe trovarmi davanti a un grillo tramutato in bacherozzo, come De Gregorio che per 3 milioni ha dato via dignità, onore e anche, se me lo permettete, il kulo."

fonti: Il Foglio - Il Fatto Quotidiano - L'Unità - Il Giornale - Il Manifesto

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