Alla notizia di un ennesimo Governo Chàvez in Venezuela, mi son fatto la domanda se quel paese non stia diventando una "democratura". Intanto dall'Italia politica solo Bertinotti, Vendola e DiLiberto esultano alla vittoria di quella Sinistra, che pare abbia fatto tanto per i poveri di quel paese. Facendo un giretto in "rete" mi son reso conto che per un'analisi politica avanzata, comunque, pure le democrazie bloccate come quella italiana sono democrature, in quanto impalcate e sostenute da un potere plutocratico, monopolista e cialtronamente liberista che addita come comunista, antidemocratico e rovinoso chiunque sbatta in prima pagina gli interessi e l'avidità dei potenti, oltre a definire riottoso, populista, corporativo e pure sovversivo chi scioperi in piazza! Questa primavera la parola "democratura" era stata per me un'anteprima assoluta dalla bocca del diplomatico russo Feliks Stanevski ospite in tivù, assieme alla slavologa Serena Vitale, di Gad Lerner: così definì maliziosamente la Russia attualmente gestita dal suo amico Putin, ex-dirigente del KGB, il famigerato Servizio Segreto Sovietico. Ma ho appena scoperto che quel termine insieme agghiacciante e affascinante è in realtà un neologismo coniato negli anni '90 da un politologo svizzero per accomunare i tanti regimi africani mascherati da democrazie. Con la gestione sempre più spregiudicata di web, informazione e pubblicità, il contrabbando di certi valori politici e la manipolazione di leggi, leggine e costituzione hanno liberalizzato talmente tanti ambiti da creare anche un oligopolio dell'informazione, e una licenza elitaria per l'esercizio degli affari propri, oltre ad aver reso inutile gran parte dell'attività giudiziaria, anziché snellirla!
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