Molti si chiedono quando finirà "laguerracivilechenoncè" in Siria, e quando quel presidente Assad sparirà in un modo o nell'altro, realizzando il desiderio, pare, di quasi tutti i Siriani. Si tratta infatti di una repressione di regime, quasi uno sterminio dei resistenti insorti, civili o militarizzati, ma anche di intere popolazioni urbane e rurali, inermi.
E invece non ci si chiede, quanto davvero si dovrebbe, se finirà "laguerracivileinterrasanta", infinita, in quei confini dalla Siria al Sinai e dal Mediterraneo alla Giordania, che oggi si chiamano Israele e Palestina.
E invece non ci si chiede, quanto davvero si dovrebbe, se finirà "laguerracivileinterrasanta", infinita, in quei confini dalla Siria al Sinai e dal Mediterraneo alla Giordania, che oggi si chiamano Israele e Palestina.
Secondo me i primati rivendicati dalle religioni, anche sovrapposte alle razze e spesso confuse, oltre a essere l'oppio dei popoli sono pure un veleno cruento, che in questo caso ha fatto tanti morti in una faida che si autoalimenta, con lutti che nessuna delle 2 parti può accantonare. Un ragionevole progetto federale di buonsenso viene escluso. La diffidenza arrogante di tanti governanti israeliani e l'esigenza di autosegregazione da parte del popolo ebraico a causa della Shoah si son scontrati col senso di defraudamento sofferto per secoli dai Palestinesi ma venuto a galla ben prima della metà del '900 nel confronto con un popolo di identità completamente diversa sia dagli Ottomani, che pur di razza e lingua diverse li avevano governati per secoli in un'armonia imposta dalla religione preponderante comune, sia dai Britannici che come coloni e militari furono responsabili di un successivo periodo di protettorato: l'odio endemico della maggioranza del popolo palestinese musulmano e cristiano inficia alla base un qualunque disegno di confederazione, anche scartato dagli Israeliani che in gran parte sono per "2 terre per 2 popoli", ma l'unità territoriale per ciascuno dei 2 stati non ci sarebbe, principalmente a causa di Gerusalemme da spartire e della striscia di Gaza. Neppure bisogna scordare paura e diffidenza accentuatissime da parte anche della maggioranza degli Ebrei locali e di tutto il mondo. E io, personalmente, non so da che parte stiano i cosiddetti Arabo-israeliani, un bel 20% di cittadini israeliani, costituito per i 4 quinti da musulmani anche beduini e per il restante quinto da cristiani e drusi. In ogni modo pochi di loro pare rinuncerebbero al passaporto israeliano, pur considerandosi perlopiù di nazionalità palestinese o beduina.
2 popoli in sofferenza perenne al di là dei lutti patiti, reciproci e non, tutti e 2 sparsi per il mondo o in diverse nazioni: gli Ebrei, che hanno voluto questo stato d'Israele, avevano da prima di Cristo trasferito e arricchito le proprie tradizioni in tante parti del mondo, subendo discriminazioni a raffica, poi culminate nella Shoah, e i Palestinesi che si son visti sottrarre lo spazio geografico che da secoli popolavano, oltre che da Israele anche dal proprio smembramento dovuto alla spartizione territoriale tra Siria, Giordania e Libano, con la conseguenza ulteriore di venir discriminati dalle nazioni sorelle in quanto profughi nazionalisti.
Il buonsenso ha finora fallito ma 2 popoli che conoscono bene guerra e violenza e che salutano quasi con la stessa parola che significa comunque "pace", rischiano di restare senza coscienza e senza tradizioni positive da trasmettere a figli e posteri. E io, che sono un buddista tiepido, riesco a concludere questo discorso solo col loro stesso saluto-esortazione che è pure dei Pentecostali, "pace".
2 popoli in sofferenza perenne al di là dei lutti patiti, reciproci e non, tutti e 2 sparsi per il mondo o in diverse nazioni: gli Ebrei, che hanno voluto questo stato d'Israele, avevano da prima di Cristo trasferito e arricchito le proprie tradizioni in tante parti del mondo, subendo discriminazioni a raffica, poi culminate nella Shoah, e i Palestinesi che si son visti sottrarre lo spazio geografico che da secoli popolavano, oltre che da Israele anche dal proprio smembramento dovuto alla spartizione territoriale tra Siria, Giordania e Libano, con la conseguenza ulteriore di venir discriminati dalle nazioni sorelle in quanto profughi nazionalisti.
Il buonsenso ha finora fallito ma 2 popoli che conoscono bene guerra e violenza e che salutano quasi con la stessa parola che significa comunque "pace", rischiano di restare senza coscienza e senza tradizioni positive da trasmettere a figli e posteri. E io, che sono un buddista tiepido, riesco a concludere questo discorso solo col loro stesso saluto-esortazione che è pure dei Pentecostali, "pace".
Non sapevo fossi buddista, ma poco conta, se comunque constatiamo che la situazione si è infilata, da decenni, in un vicolo cieco. Io, pur avendo una vena mistica che a volte prepondera più di quanto non vorrei, sono assolutamente convinto della strumentalità che hanno tutte le religioni nella sottomissione e nella capacità di tenere a freno l'intelligenza delle persone. Non tollero ingerenze da parte di alcuna religione, e altre sì credo fermamente che solo allontanando superstizioni, spesso anche sciocche, inculcate dalle religioni, si possa rimediare allo sfacelo; superstizioni alimentate ad hoc per mantenere nel caos quella parte del mondo, ed in stato di tensione il rimanente, quello dove viviamo e che ci sta sempre più stretto.
RispondiElimina... pace ...!!!
RispondiElimina