A causa d’un lungo periodo di notti quasi insonni sono arrivato di nuovo stanchissimo tra il pubblico dell’Infedele di Gad Lerner, accompagnato dal Flavio. Un assortimento notevole d’immagini di personaggi della Lega connotava la scenografia in studio, ma a quest’ultima scandalosa vicenda giudiziaria, stavolta con la famiglia Bossi al centro, si è solo accennato: c’erano però i cori padani de ”I giorni Cantati” di Piàdena e le voci a contrasto di 2 cantastorie del “Nuovo Canzoniere Italiano” per restare in Padania e seguire in questo frangente il sentiero del canto popolare imboccato da Lerner il mese scorso con Giovanna Marini. Sul tavolo la prospettiva di questo Paese governato dai Tecnici, Borse e spread con tutti i condizionamenti rovesciati su lavoratori, imprenditori e sindacalisti: le atroci casistiche dei “suicidi bianchi” col contributo di filosofi, giornalisti, economisti e di chi si racconta e anche il confronto con Grecia e Spagna. In tutta quest’atmosfera, a meno di un’ora dalla fine della trasmissione, ecco messa in scena “L’arroganza del Tafano”: più tafano Gad Lerner o il capo lombardo Formigoni? I dubbi di lungo corso con le accuse, appena materializzate, sul ciellino più famoso della politica, non riescono a polverizzarsi nella sua autodifesa fiera ma indisponente con un Lerner davvero all’attacco, come con la Santanché qualche mese fa. La convinzione del presidente lombardo d’esser stato davvero scelto per 4 volte di sèguito dagli elettori non convince me ed altri, come convince poco la virtù di questa regione Lombardia di cui in tanti ci troviamo “cittadini” assieme a Lerner, che giustamente continua a ronzare, quando serve, nell’afa di questa politica di m3rda.
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