Era il 12 dicembre 1969, avevo 13 anni compiuti e quel giorno le lezioni furono sospese alla notizia della strage di piazza Fontana a Milano, conseguenza di un attentato articolato su 5 fronti dalle 16.30 alle 17.30 circa: il disastro fu della bomba che scoppiò nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura uccidendo 17 persone e ferendone 88. Ma sempre a Milano quel giorno nella sede della Comit ne fu trovata un'altra inesplosa, poi fatta brillare dagli artificieri, mandando in fumo così elementi probatori relativi all'origine e preparazione dell'ordigno. Quello stesso giorno a Roma altre 3 bombe esplosero facendo 17 feriti in totale: una in un passaggio sotterraneo tra 2 sedi della Banca Nazionale del Lavoro, una davanti all'Altare della Patria e un'altra in piazza Venezia.
S'indagarono 80 persone, soprattutto anarchici: nella memoria collettiva Valpreda e Pinelli. Numerosi gli arresti, che interessarono anche elementi a rischio dell'estrema destra per evitare che inscenassero nei giorni successivi manifestazioni pericolose per l'ordine pubblico.
Il 15 dicembre dopo 3 giorni di interrogatorio, Pinelli, già noto alla polizia per indagini relative ad attentati precedenti poi rivelatisi di matrice neofascista, muore precipitando dal quarto piano della questura milanese a causa di un "malore attivo": ma l'autopsia non fu mai resa pubblica! Il giorno dopo, Valpreda, tirato in ballo da un taxista che si beccò la taglia, è formalmente accusato del destino di tutte le vittime, mentre poi risultò che fu scambiato per un fascista suo sosia infiltrato tra gli anarchici, tale Sottosanti. Tutti e 7 i processi susseguitisi in 38 anni assolveranno tutti gli imputati, anarchici e neofascisti, ma alcuni verranno condannati per altri attentati, e altri godranno della prescrizione. Elementi dei servizi segreti vennero in sèguito condannati per depistaggio e fu formulata un'ipotesi di connessione col tentato golpe Borghese. Carlo Digilio di OrdineNuovo ottenne nel 2000 la prescrizione ma confessò di aver preparato assieme ad altri l’attentato: assolti in Cassazione gli ultimi condannati all'ergastolo Zorzi, Maggi e Rognoni, tutti di OrdineNuovo. Nuove prove dovevano condannare Freda e Ventura. Fu pubblicata negli anni '90 una lunga confidenza in cui Delfo Zorzi, fin dagli anni '70 imprenditore di successo in Giappone e non estradabile, raccontava di aver piazzato personalmente la bomba nella banca. Di un'inchiesta parallela condotta dalle Brigate Rosse vennero trovati i documenti dai Carabinieri nel '74 in un loro covo, con altre carte e materiali vari su politica e terrorismo del ventennio '60/'70, ma quasi nulla arrivò ai magistrati della Strage: solo grazie ai verbali dei Carabinieri è poi emerso che secondo le B.R. l'organizzazione materiale risultò degli anarchici con l'obbiettivo di un atto dimostrativo, trasformato però in strage da un errore cronologico innestato su esplosivi e timer forniti da neofascisti eversivi. Una bella nausea!!
A 17 anni mi ritrovai a chiedere notizie dei miei parenti bresciani quando si seppe della Strage di piazza della Loggia, l'attentato terroristico del 28 maggio 1974 in centro a Brescia. Una bomba in un cestino dei rifiuti esplosa durante una manifestazione dei Sindacati e del Comitato Antifascista contro il terrorismo neofascista provocò la morte di 8 persone e il ferimento di 102. Una prima istruttoria portò alla condanna nel '79 di alcuni esponenti dell'estrema destra bresciana di cui uno nell'81 fu strangolato in carcere in attesa d'appello da 2 "camerati". In appello nell'82 furono tutti assolti, con conferma della Cassazione nell'85. Alcuni pentiti portarono all'accusa di altri rappresentanti della Destra Eversiva, anch'essi assolti nel 1987 per insufficienza di prove, riprosciolti pienamente nell'89, con un verdetto di innocenza definitiva dalla Cassazione. I media e altre voci parlarono di servizi segreti deviati e apparati dello Stato coinvolti: circostanze assurde furono la pulizia della piazza a 2 ore dal disastro con idranti e autopompe, ordinata non si sa da chi, che eliminò indizi, esplosivi e reperti escludendo così rilievi sul campo, e la sparizione di tutti i reperti prelevati da cadaveri e feriti che sottrasse all'indagine altri elementi capitali. Però è stata segnalata di recente da una fotografia dell'epoca la presenza in piazza in quel giorno di M.Tramonte, militante di OrdineNuovo e collaboratore del SID. Nel 2008 furono imputati Delfo Zorzi e Pino Rauti con altri 4: alcuni di loro lavoravano negli apparati statali! Nell'ottobre 2010, dopo una settimana di ricostruzione delle accuse, i pubblici ministeri formularono l'accusa di concorso in strage per tutti, tranne che per Pino Rauti, per insufficienza di prove, senza escluderne la responsabilità morale e politica. Dopo un mese l'Assise assolse tutti con formula dubitativa, ovvero per insufficienza di prove. Lo scorso 14 aprile in Appello è stata confermata l'assoluzione per tutti, con spese processuali a carico delle parti civili!! Un'altra bella nausea!!
Stavo viaggiando da Milano ad Alassio in treno, dopo una lunga e bellissima vacanza a Palermo, quando si seppe della strage di Bologna: il 2 agosto 1980 alle 10.25, nella sala d'aspetto di 2ª classe della stazione ferroviaria, affollata di turisti in arrivo e partenza, una bomba a orologeria in una valigia esplose contro il muro portante dell'ala ovest causandone il crollo completo, con un'onda d'urto che investì il treno Ancona-Chiasso in sosta, 30 metri di pensilina e il parcheggio dei taxi: 86 morti e più di 200 feriti e mutilati. I soccorsi furono pronti e offerti da chiunque fosse sul posto e comunque 3 simboli rimasero della strage: i bus della linea 37, usati come ambulanze improvvisate per tutte quelle vittime, il famoso squarcio conservato fino a oggi in quel muro e l'orologio, pure conservato là, fermo alle 10.35. Quel giorno tornarono subito in città i sanitari in ferie e nei giorni successivi la popolazione espresse sdegno e proteste in Piazza Maggiore anche criticando i politici e il governo: era stato apprezzato solo l'arrivo del Presidente Pertini in elicottero 5 ore dopo lo scoppio. Ancora in agosto la Procura emise 28 ordini di cattura per militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari, tutti scarcerati l’anno dopo: il più famoso Giusva Fioravanti, attore tra gli anni ’60 e ’70, che aveva esordito da bimbo nei "Caroselli". Solo nell'87 iniziò il primo processo e nell'89 l'appello che meno d'un anno dopo assolve tutti dall'accusa di strage! Nel giro di più di 3 anni viene deciso e iniziato un secondo appello per l'illogicità, l'incoerenza e la non-verosimiglianza della sentenza dichiarate dalle Sezioni Penali Unite: nel '94 la sentenza, che riconferma accuse e sentenza del processo di primo grado, poi riconfermata dalla Cassazione alla fine del '95. Dei veri mandanti non si seppe mai nulla, dopo che oltretutto in vari modi furono creati depistaggi che facessero pensare a uno spontaneismo terroristico internazionale di destra: Fioravanti, Francesca Mambro, e Luigi Ciavardini rivendicanti sempre la propria innocenza, ebbero condanne da 30anni all'ergastolo per "strage", mentre diversi personaggi, tra cui Licio Gelli, granmaestro della loggia massonica P2, vennero condannati per "depistaggio".
Mi sono fatto venire tutta questa tripla nausea dopo la notizia frescafresca dell'assoluzione di "chiunque" per la strage di piazza della Loggia, che m'ha portato a documentarmi sulle grandi stragi all'origine della famosa "strategia della Tensione"!!
S'indagarono 80 persone, soprattutto anarchici: nella memoria collettiva Valpreda e Pinelli. Numerosi gli arresti, che interessarono anche elementi a rischio dell'estrema destra per evitare che inscenassero nei giorni successivi manifestazioni pericolose per l'ordine pubblico.
Il 15 dicembre dopo 3 giorni di interrogatorio, Pinelli, già noto alla polizia per indagini relative ad attentati precedenti poi rivelatisi di matrice neofascista, muore precipitando dal quarto piano della questura milanese a causa di un "malore attivo": ma l'autopsia non fu mai resa pubblica! Il giorno dopo, Valpreda, tirato in ballo da un taxista che si beccò la taglia, è formalmente accusato del destino di tutte le vittime, mentre poi risultò che fu scambiato per un fascista suo sosia infiltrato tra gli anarchici, tale Sottosanti. Tutti e 7 i processi susseguitisi in 38 anni assolveranno tutti gli imputati, anarchici e neofascisti, ma alcuni verranno condannati per altri attentati, e altri godranno della prescrizione. Elementi dei servizi segreti vennero in sèguito condannati per depistaggio e fu formulata un'ipotesi di connessione col tentato golpe Borghese. Carlo Digilio di OrdineNuovo ottenne nel 2000 la prescrizione ma confessò di aver preparato assieme ad altri l’attentato: assolti in Cassazione gli ultimi condannati all'ergastolo Zorzi, Maggi e Rognoni, tutti di OrdineNuovo. Nuove prove dovevano condannare Freda e Ventura. Fu pubblicata negli anni '90 una lunga confidenza in cui Delfo Zorzi, fin dagli anni '70 imprenditore di successo in Giappone e non estradabile, raccontava di aver piazzato personalmente la bomba nella banca. Di un'inchiesta parallela condotta dalle Brigate Rosse vennero trovati i documenti dai Carabinieri nel '74 in un loro covo, con altre carte e materiali vari su politica e terrorismo del ventennio '60/'70, ma quasi nulla arrivò ai magistrati della Strage: solo grazie ai verbali dei Carabinieri è poi emerso che secondo le B.R. l'organizzazione materiale risultò degli anarchici con l'obbiettivo di un atto dimostrativo, trasformato però in strage da un errore cronologico innestato su esplosivi e timer forniti da neofascisti eversivi. Una bella nausea!!
A 17 anni mi ritrovai a chiedere notizie dei miei parenti bresciani quando si seppe della Strage di piazza della Loggia, l'attentato terroristico del 28 maggio 1974 in centro a Brescia. Una bomba in un cestino dei rifiuti esplosa durante una manifestazione dei Sindacati e del Comitato Antifascista contro il terrorismo neofascista provocò la morte di 8 persone e il ferimento di 102. Una prima istruttoria portò alla condanna nel '79 di alcuni esponenti dell'estrema destra bresciana di cui uno nell'81 fu strangolato in carcere in attesa d'appello da 2 "camerati". In appello nell'82 furono tutti assolti, con conferma della Cassazione nell'85. Alcuni pentiti portarono all'accusa di altri rappresentanti della Destra Eversiva, anch'essi assolti nel 1987 per insufficienza di prove, riprosciolti pienamente nell'89, con un verdetto di innocenza definitiva dalla Cassazione. I media e altre voci parlarono di servizi segreti deviati e apparati dello Stato coinvolti: circostanze assurde furono la pulizia della piazza a 2 ore dal disastro con idranti e autopompe, ordinata non si sa da chi, che eliminò indizi, esplosivi e reperti escludendo così rilievi sul campo, e la sparizione di tutti i reperti prelevati da cadaveri e feriti che sottrasse all'indagine altri elementi capitali. Però è stata segnalata di recente da una fotografia dell'epoca la presenza in piazza in quel giorno di M.Tramonte, militante di OrdineNuovo e collaboratore del SID. Nel 2008 furono imputati Delfo Zorzi e Pino Rauti con altri 4: alcuni di loro lavoravano negli apparati statali! Nell'ottobre 2010, dopo una settimana di ricostruzione delle accuse, i pubblici ministeri formularono l'accusa di concorso in strage per tutti, tranne che per Pino Rauti, per insufficienza di prove, senza escluderne la responsabilità morale e politica. Dopo un mese l'Assise assolse tutti con formula dubitativa, ovvero per insufficienza di prove. Lo scorso 14 aprile in Appello è stata confermata l'assoluzione per tutti, con spese processuali a carico delle parti civili!! Un'altra bella nausea!!
Stavo viaggiando da Milano ad Alassio in treno, dopo una lunga e bellissima vacanza a Palermo, quando si seppe della strage di Bologna: il 2 agosto 1980 alle 10.25, nella sala d'aspetto di 2ª classe della stazione ferroviaria, affollata di turisti in arrivo e partenza, una bomba a orologeria in una valigia esplose contro il muro portante dell'ala ovest causandone il crollo completo, con un'onda d'urto che investì il treno Ancona-Chiasso in sosta, 30 metri di pensilina e il parcheggio dei taxi: 86 morti e più di 200 feriti e mutilati. I soccorsi furono pronti e offerti da chiunque fosse sul posto e comunque 3 simboli rimasero della strage: i bus della linea 37, usati come ambulanze improvvisate per tutte quelle vittime, il famoso squarcio conservato fino a oggi in quel muro e l'orologio, pure conservato là, fermo alle 10.35. Quel giorno tornarono subito in città i sanitari in ferie e nei giorni successivi la popolazione espresse sdegno e proteste in Piazza Maggiore anche criticando i politici e il governo: era stato apprezzato solo l'arrivo del Presidente Pertini in elicottero 5 ore dopo lo scoppio. Ancora in agosto la Procura emise 28 ordini di cattura per militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari, tutti scarcerati l’anno dopo: il più famoso Giusva Fioravanti, attore tra gli anni ’60 e ’70, che aveva esordito da bimbo nei "Caroselli". Solo nell'87 iniziò il primo processo e nell'89 l'appello che meno d'un anno dopo assolve tutti dall'accusa di strage! Nel giro di più di 3 anni viene deciso e iniziato un secondo appello per l'illogicità, l'incoerenza e la non-verosimiglianza della sentenza dichiarate dalle Sezioni Penali Unite: nel '94 la sentenza, che riconferma accuse e sentenza del processo di primo grado, poi riconfermata dalla Cassazione alla fine del '95. Dei veri mandanti non si seppe mai nulla, dopo che oltretutto in vari modi furono creati depistaggi che facessero pensare a uno spontaneismo terroristico internazionale di destra: Fioravanti, Francesca Mambro, e Luigi Ciavardini rivendicanti sempre la propria innocenza, ebbero condanne da 30anni all'ergastolo per "strage", mentre diversi personaggi, tra cui Licio Gelli, granmaestro della loggia massonica P2, vennero condannati per "depistaggio".
Mi sono fatto venire tutta questa tripla nausea dopo la notizia frescafresca dell'assoluzione di "chiunque" per la strage di piazza della Loggia, che m'ha portato a documentarmi sulle grandi stragi all'origine della famosa "strategia della Tensione"!!
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