Sul mio telefonino ho da anni attivo un servizio di notizie: manco a dirlo stamattina, di Pasquetta, m'ha subito commosso la prima notizia arrivata, quella della morte di Miriam Mafai, grande "vecchia" della sinistra italiana, a me da anni molto simpatica per come si poneva in tivù: giornalista, scrittrice e politica molto pratica, chiara, diretta ma non seriosa e, molto strano per una vera militante del PCI, vera femminista libertaria e laica. Figlia di madre ebrea, da ragazza aveva subìto, con le 2 sorelle minori, le leggi razziali, e a 80 anni ha reso pubblica la propria abituale e frequente raccomandazione alle giovani italiane di "non abbassare la guardia" perché "le conquiste delle donne sono ancora troppo recenti".
Le era stata riconosciuta dal Premio Montanelli 2005 la sua efficace e instancabile promozione della cultura italiana della seconda metà del XX° secolo, mirata soprattutto al mondo femminile: si era sempre espressa su divorzio, aborto, referendum, Stato laico, fecondazione assistita, condizione femminile, gestione politica e diritti dei lavoratori.
Figlia di 2 artisti famosi, cresciuta nell'arte e nella politica assieme alle sorelle, e compagna dagli anni '60 del dirigente comunista Giancarlo Pajetta, fu tra l'altro definita dal fondatore di "Repubblica" Eugenio Scalfari, "una femminista nel partito più maschilista di tutti", per il suo particolare impegno sociale. Verso fine-giornata mi sono ri-commosso ri-sentendone parlare da Radiopopolare. Molti l'avevano bollata come personaggio autorevolissimo, esplicito ma antipatico: ma forse l'antipatia che poteva ispirare derivava dalla sicurezza e dalla convinzione, scambiate per arroganza, con cui esprimeva i propri giudizi!
http://radiosarajevo.blogspot.it/2012/04/cera-una-ragazza.html#links
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