Della grande Winehouse ho appena ascoltato il cd postumo "hidden treasures" di cui la maggior parte dei brani m'erano già noti: ma m'ha colpito la sua versione noncurante, divertita e tortuosa di una canzone che amo e conosco dall'età della ragione per le voci di Caterina Valente e di Astrud Gilberto, "Ipanema", bossanova già swingata dalla Fitzgerald e qui sincopata dal jazz e aromatizzata da una goccia di klezmer e lounge. E il soramaròss, come si dice in Lombardia, è stato d'ascoltare per caso nel giro di poche ore in rete un suo secondo incanto solo vocale dopo che "you should be stronger than me" m'aveva stregato il giorno del mio compleanno nel 2010: stavolta il contrasto acustico e volumetrico di chiaroscuri di "no no no" m'ha ipnotizzato ancora di più della solita versione già strumentalmente essenzialissima. Il suo tono stavolta non è distaccato e dolente ma colora una gincana di buffe e leggere affermazioni sonore sul buio di uno studio vuoto. Da ascoltare e riascoltare.
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