Parrebbe evidente che nei paesi dove la democrazia è una tradizione avviata per gran parte del XX secolo gli attriti di natura religiosa arrivano in questo XXI secolo a smuovere i rapporti consolidati tra componenti sociali, mentre in quelli con regimi familiari e militari i religiosi si pongono come paladini della libertà. Egitto, a maggioranza musulmana: a marzo al Cairo, soldati e civili hanno attaccato e distrutto in piazza Tahrir l’accampamento di dimostranti pacifici di cui le 18 donne arrestate sono state oggetto di violenze, abusi, pestaggi e perquisizioni corporali in un vicino museo alla presenza di “spettatori” che fotografavano. La logica islamica è che l'impudenza di una femmina che protesta è da punire e svergognare ma secondo la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo quella furia maschilista deve essere invece deprecata da tutte le voci ufficiali serie, al di là dell’orientamento politico e religioso. Ma ora in Egitto i religiosi hanno vinto le elezioni e donne velate e non velate hanno continuato a manifestare contro i militari denunciando pure il protrarsi di quelle violenze fino a tutto dicembre. E oltre il Sinai la già difficile società dello stato ebraico, in bilico tra democrazia moderna e pesante repressione dei vicini palestinesi, si sta infettando con un virus endogeno, contro cui la Livni assieme a Barak, Landau e Peres sta intervenendo pubblicamente: sono gli attacchi sempre più frequenti alle donne anche ultrareligiose da parte degli Haredyim askenaziti di cultura slavo-germanica, ebrei tra i più integralisti che hanno messo in piedi una campagna di segregazione pubblica delle femmine, per marciapiedi, bus e code, a Gerusalemme e in qualche cittadina a maggioranza religiosa. Sputi, insulti e animosità verso il sesso femminile e volontà di segregazione anche rispetto agli altri Haredyim safarditi, di cultura ispano-mediterranea. Netanyahu ha chiesto addirittura ai suoi colleghi di governo ultrareligiosi una condanna pubblica di questi episodi! Alla luce di questi comportamenti intolleranti qualcuno ha ipotizzato, anche considerando la recessione mondiale, di togliere a questi uomini il privilegio del sussidio statale che percepiscono per lo "studio matto e disperato" delle Sacre Scritture a cui dedicano tutta la vita, con un tenore di vita modestissimo e abitudini retrive quali quella del sesso da praticare con la moglie indossando lo scialle rituale intimo e un camicione: attualmente possono non lavorare e hanno pure la possibilità del rinvio multiplo della leva militare obbligatoria che in Israele è piuttosto lunga, estesa alle donne e che crea un esercito di riservisti attivi fino ai 40anni.
Per quanto riguarda l'Italia e altri paesi a maggioranza cristiana negli ultimi anni oltre alla corruzione dei politici è stata mediatizzata la loro vita privata con impreviste impennate mercenarie mostrando una spregiudicatezza sostanziosa, sopita a lungo o già fuori moda. Ma l'attuale Papa cattolico dimostra abbastanza indulgenza a riguardo, condannando invece ripetutamente le leggi, in vigore nei vari stati, sull'aborto volontario e avversando con interventi accorati la legalizzazione di unioni non eterosessuali, incarnando così un oltranzismo religioso e un potere molto arroganti: sentire e dichiarare come "offese" sia i "peccati" commessi da laici sia le leggi non conformi al sentimento religioso è una forma di condizionamento illiberale per me insopportabile, come trovo ammissibile ma fastidioso che varie chiese cristiane europee diffondano vademecum per le elezioni politiche. Alla fine anche i rappresentanti della chiesa cattolica considerano un disvalore la laicità degli Stati.
Gli àmbiti dove un diritto umano possa essere goduto da parte d'un solo genere, razza, casta, appartenenza religiosa o in virtù di un certo orientamento sessuale, vanno stigmatizzati e privati di qualunque autorevolezza interlocutoria e contrattuale. I diritti universali devono continuare ad essere il principale interesse comune della coesistenza delle diverse nazioni del mondo: la globalizzazione vera e urgentissima su cui bisogna vigilare è proprio quella dei diritti umani, cui dovrebbe venir dietro quella dei diritti degli animali e dell'emergenza ecologico-ambientale!
Fonti: www.care2.com www.brogi.info http://english.aljazeera.net/ www.ilpost.it/ http://www.evangelici.net/notizie/
Per quanto riguarda l'Italia e altri paesi a maggioranza cristiana negli ultimi anni oltre alla corruzione dei politici è stata mediatizzata la loro vita privata con impreviste impennate mercenarie mostrando una spregiudicatezza sostanziosa, sopita a lungo o già fuori moda. Ma l'attuale Papa cattolico dimostra abbastanza indulgenza a riguardo, condannando invece ripetutamente le leggi, in vigore nei vari stati, sull'aborto volontario e avversando con interventi accorati la legalizzazione di unioni non eterosessuali, incarnando così un oltranzismo religioso e un potere molto arroganti: sentire e dichiarare come "offese" sia i "peccati" commessi da laici sia le leggi non conformi al sentimento religioso è una forma di condizionamento illiberale per me insopportabile, come trovo ammissibile ma fastidioso che varie chiese cristiane europee diffondano vademecum per le elezioni politiche. Alla fine anche i rappresentanti della chiesa cattolica considerano un disvalore la laicità degli Stati.
Gli àmbiti dove un diritto umano possa essere goduto da parte d'un solo genere, razza, casta, appartenenza religiosa o in virtù di un certo orientamento sessuale, vanno stigmatizzati e privati di qualunque autorevolezza interlocutoria e contrattuale. I diritti universali devono continuare ad essere il principale interesse comune della coesistenza delle diverse nazioni del mondo: la globalizzazione vera e urgentissima su cui bisogna vigilare è proprio quella dei diritti umani, cui dovrebbe venir dietro quella dei diritti degli animali e dell'emergenza ecologico-ambientale!
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