La GarneroSantanché s'è beccata il 26 gennaio un rinvio a giudizio per diffamazione avendo plasmato come uno scarabeo stercorario le belle pallottole di m3rda con cui fare il tiro al bersaglio con la faccia di un'italiana, moglie d'un responsabile di un Centro islamico: risalendo a più di 2 anni fa l'accaduto è un po' vecchiotto. Comunque, in tivù, questa "vera signora" definì delinquente questa convertita all'Islam confondendo conversione e condanna a 20 giorni di carcere per circoncisioni clandestine, reato da cui poi era stata prosciolta in appello, già nel 2002. Un personaggio pubblico non si deve permettere di dichiarare negativa una conversione né di considerare ormai colpevole un individuo prosciolto da un reato. Tutto questo poi per strumentalizzare l'Islam come peccato capitale di tanti immigrati. Io ritengo comunque che il male di tante religioni sia l'arroganza spocchiosa di cui spessissimo si vestono i praticanti che ricoprono cariche pubbliche. Da parte della Garnero secondo me c'è solo la volontà di stigmatizzare la diversità pure attraverso il suo femminismo di destra ponendo la questione anche su un piano religioso: cattolici contro musulmani. Ma di queste cose potrebbero discutere fedeli praticanti e timorati, categoria a cui la digrignante magnate cattolica non dovrebbe appartenere, visto che palesa relazioni con uomini diversi dall'ex-marito, a meno che il suo matrimonio sia stato annullato dal Tribunale vaticano della Sacra Rota, invece che per la maggior parte dei comuni mortali, da un Tribunale della Repubblica Italiana. E comunque timorata non sembra.
Nessun commento:
Posta un commento