Non voglio fare pubblicità a un'azienda metalmeccanica italiana parlando di un suo spot pubblicitario e così dirò solo che il suo amministratore delegato italo-canadese, ex-avvocato e commercialista, percepisce un fisso annuo di 3 milioni di euro, più un bonus legato ai risultati che può superare lo stipendio stesso, oltre a un'opzione d'acquisto gratuita per 10 milioni di azioni societarie che un annetto fa, per l'ottima resa in borsa delle azioni stesse, valevano un premio di 100 milioni, più o meno lo stipendio annuo di 6400 operai. Dopo che questo signore ha creato un mega-gruppo industriale internazionale, eliminato i sindacati confederali come interlocutori, delocalizzato in vari modi le produzioni e messo in cassa-integrazione un numero altissimo di dipendenti, la sua azienda ripropone vecchi nomi per nuovi prodotti, di cui esce un lungo spot in tivù, col tono di una pubblicità-progresso. Il succo è che si conoscono tante Italie, tra le altre quella del talento costruttivo, quella capace di grande imprese industriali e quella che s'accontenta dell'immagine pittoresca che le vogliono dare. Noi italiani quindi dobbiamo ripartire col nostro lavoro e metterci alla prova con creatività, passione, voglia di costruire una cosa benfatta perché le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo. Ed ecco il nuovo veicolo prodotto di cui si parla: questa è l'Italia che piace!! Alla faccia dei diritti calpestati degli operai, dei cassintegrati e dei disoccupati italiani, dei ricatti contrattuali, degli stabilimenti da chiudere, dei nuovi dipendenti sfruttati e precari all'estero, ma alla salute dell'arroganza e dei guadagni di chi sa dirigere e "maneggiare" il mercato del lavoro e delle società per azioni.
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