venerdì 6 gennaio 2012

408. Film muto su un divo del Muto

Il 2011 è appena terminato con l'uscita del bellissimo "the Artist", film muto in bianco e nero di produzione e ambientazione americana ma diretto e scritto da un francese per un filone già classico: un divo al vertice della fama che affronta il declino. Anche se il declino qui è un vero precipizio, la banalità però poteva stare nella protagonista femminile, che del divo è adoratrice fanatica, e ambisce a entrare nel mondo del cinema. Ovvio che il film inizi al tempo del "Muto" e in più il protagonista è a metà tra Douglas Fairbanks e Rudy. Il primo quarto d'ora m'ha fatto pensare a un film già visto chissà quando, ma poi l'evidenza che scenografie, arredi, inquadrature, costumi e tanto altro potevano essere citazioni e omaggi a DeMille, Chaplin, Von Stroheim, Wilder, Ejzenštejn e Brooks m'ha fornito il perché del film. La trama, al cui centro stanno Gratitudine, Orgoglio e Lealtà, è proprio costituita e nutrita dai vari stereotipi narrativi, tecnici, sentimentali, e morali della cinematografia agli albori: la scena dello scalone di servizio agli Studi di Hollywood e quella del sogno sono grandi. Perfetti i 2 protagonisti, attori francesi sconosciuti in Italia, e grandi anche se muti, John Goodman, che fa il Produttore, James Cromwell, che fa il Maggiordomo, già in "Invito a Cena con Delitto", e ottimo Principe Filippo in "the Queen", la comparsata di Malcolm McDowell, protagonista di "Arancia Meccanica" e il simpatico, umano e onnipresente cagnetto Uggie. Gli spunti comici e il commento musicale rendono questo film, nonostante sia giustamente classificato come "drammatico", accostabile all'irrestibilmente comico "L'Ultima Follia" di Mel Brooks, che in originale s'intitolava giustamente "Silent Movie" cioè film muto.

Nessun commento:

Posta un commento