lunedì 26 dicembre 2011

403. Morti a Natale

2 notizie m'hanno colpito di questa domenica natalizia: la morte di Giorgio Bocca a Milano per malattia, e la morte procurata da attacchi terroristici in Nigeria di più di un centinaio di persone soprattutto all'uscita dalle funzioni religiose.
Il giornalista cuneese, gran protagonista dell'informazione italiana, è mancato il 25 dicembre a casa sua dopo breve malattia: iniziò a scrivere giovanissimo nella sua zona su periodici locali e su "La Provincia Grande". Dopo l'Armistizio fondò assieme ad altri le formazioni partigiane "Giustizia e Libertà". Dell'ultimo mezzo secolo d'Italia da lui abbiamo avuto sempre resoconti rigorosi e appassionati, chiari e sintetici. Fino al '76, anno in cui co-fondò "La Repubblica", scrisse tra gli altri per "Il Giorno" e "L'Europeo". Sebbene Bocca fosse soprattutto esperto di affari italiani mi sarebbe piaciuto leggere un suo parere su quest'ennesimo episodio di una guerra etnica e religiosa in atto non solo in Nigeria. Al netto del fatto che gli scontri tra Utu e Tutsi, dopo secoli di convivenza e meticciamento, furono innescati da censimenti razzisti basati su interessi coloniali e missionari, sul versante religioso ritengo comunque pazzesco che si arrivi, partendo da una dimensione spirituale, a meccanismi di intransigenza così sanguinosi. Proprio le religioni, la cui definizione "oppio dei popoli" mi pare davvero perfetta alla luce di avvenimenti così tremendi, hanno portato in quest'ultimi decenni, soprattutto per contiguità così nette, a inneschi pericolosi. E' successo con le più grandi confessioni del mondo, buddhisti e indù compresi. La verità assoluta rivelata fa del Credo di alcuni, che poco altro hanno come valore "culturale", il tesoro che bisogna far prevalere: la contrapposizione che genera affronti e offese è la degenerazione estremistica di un confronto sano e bello tra usanze, credenze e regole. Per molti musulmani, per esempio, può essere un affronto anche solo sentir nominare il maiale, che viene considerato in quell'ambito un animale più "impuro" rispetto ad altre specie con comportamenti analoghi. Ma la dottrina vegetariana o vegana, aborrendo in modo non confessionale il cibarsi di carne, non invita i seguaci a condannare o allontanare chi non la pratica. Invece le religioni, proselitiste o no, tendono a far sentire elitari i propri seguaci, che il confronto con usanze contrapposte spinge a un'autoaffermazione che può essere pure violenta: tutto un discorso su diritti civili e potere che il laicissimo e grande Giorgio Bocca, come Montanelli, avrebbe tirato in ballo e sviluppato di sicuro.

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