In luglio, prima della grande crisi della Borsa, Obama rassicura pubblicamente il mondo che chi imbavaglia il web solo per poco riuscirà a soffocare le aspirazioni d'un popolo. Queste considerazioni della Casa Bianca vengono dietro alla bomba chiamata Wikileaks. E le intenzioni dell'amministrazione statunitense consistono nella creazione di strutture mediatiche alternative da mettere a disposizione del mondo non-libero. Trovo quest'impegno lodevolissimo ma personalmente penso che serva pure a controbilanciare altri impegni presi da questo Presidente americano e per ora non mantenuti. Minacce lobbistiche di dimensioni titaniche possono aver fermato la realizzazione di quelle sue promesse relative ai diritti civili in politica estera: velocità nello lo smantellamento delle vergogne di Guantànamo e di Bagram, galere vere e proprie per la gloria del liberalismo dittatoriale, e nel ritiro dall'Afganistan. Barack Obama è ancora vittima del bìlico tra libertà d'espressione e detenzione repressiva. E tutte e 2 le cose ora paiono messe in secondo piano dalla crisi finanziaria mondiale!!
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