domenica 12 giugno 2011

297. Il lupo e l'agnello

Capitò che un lupo e un agnello, assetati, si abbeverassero allo stesso torrente: a monte il lupo, un bel po’ più a valle l’agnello. Il predatore, insaziabile, s’inventò un motivo di litigio: “perché mentre bevo m’intorbidisci l’acqua?” L’altro, timido e lanuto, ribattè: “mi chiedo come questo sia possibile, lupo: l’acqua scorre da te a me!” E quello, sbugiardato dall’evidenza, aggiunse: “6 mesi fa m’hai calunniato!”. E l’agnello di nuovo: ” veramente non ero ancora nato” e gli venne risposto: “accidenti, allora è stato tuo padre!!” e, afferrato, venne sùbito e ingiustamente sbranato. Questa favola insegna che c'è chi s’inventa fandonie per aver ragione pure su chi è innocente!


(traduzione da Fedro di W.S.)


Che bello! Per esplorarla meglio, dopo decenni che la conosco, ho tradotto io dall’originale questa favola antica. Ho appena scoperto, da una sua traduzione famosa, che almeno già i Latini ritenevano che “Chi è più forte vuole aver tutto”, pensiero assolutamente in sintonia con questo tempo in cui personaggi politici, finanziari e imprenditoriali s’inventano leggi, affari, imprese e “palle” per avere, oltre al potere, anche se55o e una rinnovata potenza se55uale. Se un individuo poi riesce a far tutto, governare, commerciare, far soldi e sentirsi un sultano, è proprio un Lupus.

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