domenica 27 marzo 2011

242. Sabato in giro per la pianura (nota)

Dopo tanto, in treno da Milano verso sud. Nuovi boschetti e vecchie cascine scorrono dalla vista. Tante le colture, ma discontinue rispetto a quel che vedo di solito lungo il tracciato auotostradale. Ville, fattorie, cimiterini e rogge punteggiano il paesaggio prima di Piacenza, la mia meta. La visita alla città, condivisa con l’amica A., incede tranquilla attraverso tappe casuali ma previste, in un territorio urbano che turistico non è: la quasi assoluta assenza di segnaletica turistica è sopperita egregiamente dalla gentilezza e disponibilità di piacentini doc e vigili. Piazza Cavalli, il Duomo, il mercato, stupendi palazzi liberty, medievali e littorii sono la fisionomia stessa del centro, pure disseminato di chiese romaniche, e bellissimo è il seicentesco palazzo dei mercanti vicino a un portico altrettanto pregevole. Il palazzo Farnese è un vero castello con fossato e ponte levatoio, che pare, all’interno, un teatro sventrato: di un fascino eccezionale! Tutto a piedi il nostro giro, che dopo 6 ore si conclude alla stazione, da dove ognuno di noi torna in treno alla propria città. La serata mi aspetta avventurosa: un viaggio in auto senza orientamento, verso una festa in cascina a Pioltello, una festa di primavera con amici di antica pezza e di tutti ne indosserò per sempre 4, amici come abiti mai smessi!! Scatenamento tra ballo, sgranocchio e bevute come 35 anni fa, con le musiche delle nostre discoteche preferite, con qualche ritorno di fiamma a fior di labbra, e una lacrima versata pensando a un amico di quei tempi danzerecci, morto di recente per uno scompenso cardiaco. E di loro, M. m’ha ritrovato dopo 15 anni con tutta la nostra confidenza, voglia di scherzare e di sdrammatizzare, raccontandomi di marito e figlio lasciati a casa. Il sonno, dopo una giornata densissima, sarà tostissimo e lungo.

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