L’altra sera dalla cucina ricevevo con discontinuità l’audio di un telegiornale dalla tv in sala, e sono scoppiato a ridere per la notizia sulle vicende del neo-ministro dell’Agricoltura Romano inquisito per Mafia o giù di lì, quando m’è arrivata così la dichiarazione dell’interessato: “Non sono imputato, sono dispiaciuto”. In realtà la frase era leggermente più articolata e in polemica con la nota ammonitiva del Quirinale: comunque, la faccia di palta puzzolente dei politici, soprattutto della maggioranza attuale, è in tono anche con le battute involontarie scaturite da una mia probabile sordità. Un deputato “trasmigrato” viene inquisito e subito dopo viene nominato ministro della Repubblica: un certo sospetto irritato è legittimo, andiamo! Perdipiù il Presidente Napolitano è stato pure frainteso, quando ha obbiettato sull’INDAGINE a carico del politico: per quel signore "dispiaciuto" era un’INCHIESTA e non un’IMPUTAZIONE, quella che pendeva su di lui. Non sono esperto in materia ma direi che anche confondere gli utenti dell'informazione, quindi gli elettori, è caratteristica integrante della moderna strategia di comunicazione politica dei famosi spin-doctor, i "suggeritori" politici.
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