domenica 20 febbraio 2011

222. Tanti paesi musulmani in fiamme: contagiate le emorroidi del nostro governo!!

Tunisia, nazione considerata stabile, con regime consolidato da un plutocrate: la protesta di piazza ha fatto scappare in pochi giorni a gambe levate tutta la famiglia del Presidente Ben Ali, lasciando il paese in mano all'esercito.
L'eco della rete e dell'informazione globalizzata, mai così incisiva, ha acceso micce in tanti paesi arabi e musulmani, dal Magreb alla Penisola Arabica al Golfo, su un terreno di crisi economica mondiale. Anche in Iran, dove le proteste antigovernative sono in piedi da tempo, le notizie di altri popoli insorti hanno funzionato da ultrasuoni devastanti, e proprio questo paese potrebbe essere l'unico legittimato ufficialmente nelle sue proteste dal nostro S.B. Sarebbe proprio il colmo! D'altronde di Mubarak, che si è dimesso dopo proteste disperate in piazza, si conoscono i rapporti cordiali intrattenuti col nostro "governo" che, invece, di Gheddafi è alleato, amico, socio, debitore, ed adulatore in pubblico: leader rivoluzionario è stata la definizione!!

La Libia, 6 milioni di abitanti inquadrati in un centinaio di clan con specificità differenti: la sua Guida, Muammar Gheddafi, è stato abilissimo a mantenerne i delicati equilibri in 42 anni di potere. Il dittatore, tenuta sempre a bada la protesta civile con prezzi agevolati delle materie prime per il “popolo” e prebende cospicue per i politici grazie ai “proventi petroliferi”, deve ora preparare la propria successione. Ma qualche settimana fa, su Internet, per il 17 febbraio era stata proclamata la «Giornata della collera» ad opera di oppositori libici. Secondo al-Jazeera la preoccupazione suscitata presso il governo di Tripoli da questa notizia poteva essere addirittura fittizia, per l’ipotesi che lo stesso raiss ne sarebbe stato l’ispiratore, per dare all’ opposizione uno sfogo e dimostrare all’estero che la Libia lascia agio al dissenso. 5 anni fa In Cirenaica, la regione di Bengasi, da lungo tempo ostile al regime, al confine-est con l’Egitto, vi furono disordini violenti contro Gheddafi per la sua amicizia col governo italiano il cui ministro leghista Calderoli si era mostrato apertamente antislamico: in Cirenaica il tasso di disoccupazione più alto coincide con quello dell’integralismo religioso. Però l’organizzazione di piazza si rivelò efficiente, e la polizia uccise 7 dimostranti. Un paio d’anni più tardi un figlio di Gheddafi trattò con successo col Fronte libico Islamico, che si rifaceva ad al-Qaeda, portando da un lato al rilascio di prigionieri politici, e dall’altro all’abbandono della Libia come terreno d’attività dei fondamentalisti. Ma ora, in pochissimi giorni la repressione di Gheddafi ha già fatto ben più di 100 vittime tra Bengasi, Beida e Tripoli: anche qui come in Cina, oscurato Internet..

Anche in Kuwait proteste, di cui 30 feriti e 50 arresti sarebbero il bilancio, ma è più critica la situazione in Bahrein dove il principale gruppo di opposizione sciita ha chiesto, per aprire i negoziati, le dimissioni del governo, e respinto il dialogo col principe ereditario, promosso da Re Hamad. Il 19 febbraio l'esercito ha sparato sulla folla in piazza disperdendola e la polizia ha caricato chi cercava di tornare. I disordini durano da giorni e durante i funerali delle 4 vittime di piazza almeno 50 sono stati i feriti.

Algeria: dopo annose dispute sull'informazione e repressioni varie, con una guerra civile strisciante su base laico-religiosa, il 20 febbraio nel centro di Algeri 400 manifestanti, in strada nonostante il divieto, sono stati caricati dalle forze dell’ordine. “Cambiamento e Democrazia” aveva promosso il corteo dopo che, la settimana precedente, cariche e arresti erano seguiti a una prima dimostrazione dell’opposizione. Persino in Yemen, i giovani sono scesi in piazza, dopo altri scontri, il 19 mattina, e uno studente è morto nei tafferugli presso l’Università di Sanaa tra oppositori e sostenitori del presidente.

In Marocco, dopo i presidi di protesta a Tangeri il 19 contro le tariffe inique dei servizi municipali, indetta dal "movimento 20febbraio per il Cambiamento" su Facebook una manifestazione per ottenere riforme costituzionale proprio per oggi.

Ecco che gran parte dei compagni mediterranei di merende del povero S.B. stanno uscendo dal "giro" o entrando in crisi.

Invece in Iran tra ieri e oggi, disordini, 6 impiccagioni per droga, la richiesta del capo dell'opposizione Karroubi di essere processato in pubblico, l'arresto della figlia di Rafsanjani: e come se tutto questo non bastasse, 2 navi da guerra iraniane, autorizzate dall'Egitto, hanno passato lo stretto di Suez, e immediata è stata le reazione politica di Israele che si è sentito provocato, vivendo già il nuovo incubo di un Iran ostile e "nucleare".

fonti:

www.popoli.info / www.lettera43.it / www.cronacalive.it / www.corriere.it / www.ansa.it

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