182. Stranieri sulla Torre: finito il sequestro del quartiere (nota)

In 15 iniziavano la protesta il 5 novembre all’ex–CarloErba di Milano, continuazione di quella sulla gru a Brescia.
Il 15 novembre 2 manifestanti sono scesi tra le 4 e le 5 del mattino, confondendosi tra i presidianti alla base della ciminiera e allontanandosi senza poter essere identificati.
Denunciato il medico che ha curato l’immigrato sceso il 29 e poi dimesso, senza denuncia, dall’ospedale.
Padiglione multiforme e multicolore con oblò di tutte le misure, il Virgin Fitness Village riempie in modo sgraziato e pacchiano l’area industriale un tempo occupata dalla CarloErba. Quasi tutt’intorno edifici della vecchia Milano, nel quartiere periferico di via Imbonati. Sull’angolo della traversa, residuo emblematico di quell’antica realtà produttiva, la Ciminiera, visibile da lontano, che qui tutti chiamano la Torre.

Poco prima del tramonto del 1 dicembre arrivo da solo, in pellegrinaggio: asserragliati lassù in una ringhiera stretta, a 40 metri da terra, ragazzi e uomini, a protestare contro l’ultima sanatoria riservata alle badanti, con ripercussioni e circolari che li ha di fatto banditi nonostante da mesi o anni richiedessero a migliaia regolarizzazione ed emersione dalla clandestinità. Hanno usato la Torre per difendersi dalla detenzione e dall’espulsione. Ora sono in 2, sofferenti per gli stenti dovuti principalmente al freddo intenso. Appoggio politico e assistenza sono assicurati da un manipolo di volontari tra cui gente di Emergency: la loro base è un piccolo accampamento di gazebo con falò, ai piedi della Torre, organizzato in una porzione dell’attuale parcheggio. Arrivando al presidio dalla strada, si leggono gli slogan: NO AL RAZZISMO DI STATO – REGOLARIZZAZIONE PER TUTTI – NON SIAMO CLANDESTINI SIAMO NUOVI CITTADINI. E alla base della ciminiera stazionano 5 o 6 auto della polizia apparentemente cariche di agenti. Io mi commuovo facilmente ma di solito per evocazione: una musica, un film o una frase, uno strumento suonato in un certo modo mi provocano spesso in maniera quasi meccanica un’emozione molto forte, che sfocia spesso in un pianto incontrollabile, a volte trattenuto e mal sopito. Nessuna evocazione, stavolta, ma rabbia per una situazione disperata provocata da una serie d’ingiustizie, come in un film: storie di guerra, di sfruttamento, di sopraffazione. E mi sono commosso pensando a quei 2 là sopra, e intanto il buio è arrivato.
Ma a distanza di poche ore, il 2 dicembre "quei 2 là sopra" che manifestavano da un mese su quella torre, sono scesi. Per primo un marocchino irregolare di 32 anni, in preda a colica renale e ricoverato in ospedale, seguito a poche ore dall’ultimo occupante, un italo-argentino anche lui trasportato in ospedale.
Gabriella ed altri si arrabbiano restando al loro fianco, io mi commuovo e mi rattristo, tanti altri s'inca22ano e s'accorano, ma per il vicesindaco DeCorato è semplice: "FINALMENTE E' FINITO IL SEQUESTRO DEL QUARTIERE".

(dichiarazione di Decorato letta su www.linkontro.info)