lunedì 23 agosto 2010

141. Finalmente a Berna (nota)

Riecco il modello aeroportuale moderno appena visto negli scali navali scandinavi e ultimamente nella rispettosa ristrutturazione della Stazione Centrale di Milano: si scende alla stazione ferroviaria di Berna, intrico meraviglioso di efficienza. A poca distanza, un’altra struttura avveniristica a forma di lingua sospesa fa da tettoia in cristallo al multicapolinea dei trasporti pubblici. A pochi minuti a piedi il cuore amministrativo della capitale svizzera: nella piazza dove l'acqua schizza da terra da diversi zampilli, 26 come i loro cantoni svizzeri, c'è lo stesso colore austero per tutte le facciate del complesso Federale con portici passanti e scalinate digradanti verso le terrazze panoramiche sul borgo in riva al fiume Aare. Anche qui i tetti sono spesso alti e spioventi, ma a “scaglie” di terracotta. Tra panchine e alberi non è raro trovare piccole lastricature bicolori dove si gioca a scacchi con pezzi alti come ombrelli. Un po’ più in là, attraversato un bel ponte, la sorpresa un po’ angosciante di un argine che fa da zoo a una famiglia di orsi bruni, simbolo della città. Dall’altra parte della stazione c’è subito il centro storico pedonale tutto lastricato, con la Zytglogge, torrione con orologio e carillon animato, e varie vie dall’aspetto medievale con portici leggermente sopraelevati: alla base i caratteristici scantinati con accessi esterni, come nei fumetti Disney, nati come depositi di legna, ora esercizi commerciali d'ogni tipo. Le facciate sono colorate, affrescate o graffitate, e alcune con travi a vista. Qualche piazza lunga e rettangolare ospita mercati e sagre, e i tavolini per l'estate di tanti locali, per lo più con cucina italiana: in quelli svizzeri d.o.c. si gustano spaetzli, roesti, raclette e riso casimiro. Nei fine-settimana feste e fiere notturne! E a noi è capitata quella degli artisti di strada, con tutta l'allegria data da birra, folla e musica: ottoni e violini balcanici alla Bregovic con pop, metal, valzer e ciarde a ufo. Al "pellegrinaggio" alle tante fontane monumentali bernesi, abbiamo preferito un percorso movimentato di ponti e parchi intorno al fiume. Fortunatamente non abbiamo saltato l'imperdibile ma decentrato Zentrum Paul Klee: tre onde di cristallo e acciaio di Renzo Piano accovacciate tra dune d'erba. Oltre alle tante opere e documenti di Klee, tante "antologie", e a noi è capitata la mostra Paul & Pablo con "Autoritratto-1907" e "Pasto Frugale" di Picasso!
L'ultimo giorno una capatina al supermercato che, soprattutto all'estero, mi mostra sempre quanto l'esotismo ci possa essere vicino: e la vacanza è finita.

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