venerdì 20 agosto 2010

135. Il patrimonio di Oslo (nota)

Partenza per la Norvegia fuori dal porto di Copenaghen in una gincana lenta e incantatrice tra banchine, isolotti e secche: in lontananza appaiono i filari di mulini a vento “sorgenti dall’acque” così poetici ed ecologici da svergognare quei contapalle “petroliferi” che in Italia remano contro le pale eoliche perché antiestetiche. Un po’ parigina pure Oslo, che nel 1906 per la propria emancipazione come capitale della nuova Norvegia, commissionò allo scultore Gustav Vigeland una fontana per la cui collocazione definitiva fu poi creato addirittura un parco monumentale. Cancelli ornati racchiudono la grandiosità di questo percorso umano e ideale in marmo e bronzo. Riassumendo, da uno spiazzo dominato da un busto dell’autore si accede a un ponte con statue a dimensione naturale sui 2 spalti, fino alla grandiosa fontana quadrata con motivi di alberi e figure tutt’intorno, per poi salire una scala verso un intreccio monolitico di figure umane alto 17 metri al centro di una terrazza, e si finisce alla “ruota della vita” fatta di figure umane, che sintetizza il tema di fondo di quest’opera ciclopica. Ma l'artista di Oslo più famoso al mondo è Edvard Munch e vedere dal vivo un suo “Urlo” (Skrik) alla Nasjonalgalleri, dove è esposto pure il famoso autoritratto di VanGogh, è stato davvero emozionante: praticamente tutta la sua opera è ora di proprietà pubblica in quanto non fu mai apprezzata dai suoi contemporanei.
In pullman verso la Svezia, attraverso interminabili foreste con laghi, torrenti e villaggi di pescatori.

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