mercoledì 14 luglio 2010

121. Africa-Sudafrica-Omosessualità-Omofobia (nota)

Innumerevoli nell’Africa tribale le sfumature semantiche e linguistiche per le consuetudini e gli atti omosessuali maschili e femminili e nient’affatto rara nelle loro religioni autoctone la figura istituzionalizzata del sacerdote bisessuale: ma oggi pare che in 38 paesi africani l’omosessualità sia reato, in gran parte eredità giuridica, diretta e indiretta, dell’impero coloniale britannico, e allora le associazioni cercano la solidarietà fattiva della comunità internazionale per la lotta contro l’omofobia esercitando pressione sui governi anche col boicottaggio.
Il presidente Mutharika del Malawi, a 2 giovani uomini gay che per essersi sposati si trovavano condannati da cultura, religione e leggi, ha concesso la Grazia per le pressioni sempre più forti da parte dei donatori degli aiuti umanitari da cui il paese dipende quasi per intero.
In Ruanda una campagna sul web ha costretto il governo Kagame a dichiararsi non intenzionato a occuparsi della vita privata dei propri cittadini, mentre l’iter legislativo contro l’omosessualità stava per avviarsi.
Per lo stesso tipo di pressioni legate agli “aiuti”, anche Museveni in Uganda ha dovuto eliminare la pena capitale per reati omosessuali, nel contesto di una legge nuova di zecca.
Nonostante le campagne di solidarietà internazionale siano state determinanti anche nella lotta all’apartheid, oggi queste vengono attaccate in relazione alle politiche degli aiuti umanitari: Museveni, Kagame e Mutharika, appaiono in balia dei paesi donatori e un noto pastore evangelico ruandese denuncia con fanatismo integralista che “la comunità dei donatori ha stuprato lo stato”.
Sul fronte islamico invece si obietta che le associazioni GLBT per i diritti civili hanno creato una lobby internazionale gay di stampo neocoloniale, che coi suoi interventi provoca reazioni violente da parte dei credenti, danneggiando così proprio le persone da salvaguardare.
Quindi anche l’Africa non islamica si sta omofobizzando, soprattutto a causa dell’aids, che rende le popolazioni sempre più dipendenti dall’Occidente per le cure nonostante i maschi bisessuali con famiglia siano considerati il fulcro del contagio: in società così impoverite il risentimento popolare contro l’omosessualità, a torto considerata retaggio coloniale, si materializza in incursioni punitive persino contro operatori di centri anti-aids dove vengono assistiti soprattutto pazienti gay.
Invece in Sudafrica, in quest’epoca di “stupri correttivi” a danno di donne gay dei sobborghi neri, troviamo a livello istituzionale un grande senso di responsabilità: persino politici notoriamente omofobi fanno dichiarazioni di condanna rispetto ad arresti e condanne di omosessuali nei paesi che legiferano in direzione discriminatoria, per contrastare il dilagare di sentimenti e manifestazioni popolari di grande gravità.
Si consideri che l’omofobia e il sessismo sono equiparabili al razzismo, come la xenofobia e l’antisemitismo. Detto questo è evidente che l’omosessualità ha in comune con la razza il fatto di essere una caratteristica innata dell’individuo, non una scelta nè una caratteristica morale. In campo giuridico le caratteristiche innate, in quanto non modificabili con un atto di volontà, sono protette ma anche religione e ideale politico, sono tutelati nonostante siano modificabilissimi: tutte le religioni dovrebbero tenerne conto visto che l’emancipazione dell’essere umano è tra i punti centrali di teorie filosofiche e sociologiche, e anche di quasi tutte le dottrine.
L’arcivescovo anglicano Desmond Tutu, 1 dei padri del moderno Sudafrica-arcobaleno, e nemico di ogni discriminazione, non ha perso l’occasione di deplorare anche l’omofobia, in relazione all’accettazione di un vescovo gay, e di criticare la mai mutata presa di posizione della Chiesa Cattolica, anzi consolidata da Ratzinger, rispetto all’uso dei preservativi nel contesto della lotta all’aids.
Ah, dimenticavo: il Sudafrica è stato il primo stato africano ad avere una legge, del 2006, che autorizza il matrimonio omosessuale. E' forse in virtù della propria storia di apartheid che la "Nazione Arcobaleno" aborrisce, legiferando, ogni discriminazione.
Viva Tutu, viva Mandela, viva Makeba!!!

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