La Curia di Aversa ha sfrattato le Suore Cappuccinelle dal loro convento di via Castello, fondato nel 1599. I carabinieri sono stati incaricati di far uscire anche a forza quella decina di monache dalla loro dimora, ma il locale comandante dell'Arma si è dichiarato non a conoscenza del provvedimento già esecutivo.
Tutte dagli 80 in su, di cui alcune malate: quasi tutta la vita in clausura, vissuta grazie alle donazioni dei concittadini, per i quali da sempre erano faro spirituale e morale. E queste donne osano dichiarare apertamente: "Ci hanno detto che ci toglieranno anche l'abito". Intanto che è sulla bocca di tutti per aver forse accettato donazioni da personaggi vicini al Clan dei Casalesi, il vescovo fa sapere che la decisione dello sfratto è dipesa dal Vaticano. Ratzinger dal canto suo è arrivato a respingere la lettera con la richiesta d'aiuto della madre generale delle Cappuccinelle e la situazione si fa esplosiva, con una critica diretta da parte dell'anziana e con le illazioni da parte dei devoti aversani già vessati spiritualmente dal recente caso di un prete pedofilo in città. Si parla di appartamenti da ricavare nell'antica costruzione e di accuse di consumismo "secolare" fatte a quelle vecchiette.
Ora vorrei considerare tutta la faccenda da un punto di vista laico: non è per nulla strano in Italia lo sport nazionale dello scaricabarile indiscriminato, praticato da personaggi pubblici. Ma come sempre è vergognoso ignorare diritti umani ed esigenze, in particolare di individui deboli oltretutto fingendo di non aver nulla a che fare col loro destino: queste donne molto anziane verranno spogliate della loro funzione e missione, unico patrimonio e dote personale, e forse anche delle loro divise e abiti, e per sempre private della loro casa. Accettare questa responsabilità davanti a tutti è scomodo e per molti insopportabile. I Carabinieri fanno lavori imbarazzanti anche come questo, ma Curia e Vaticano infieriscono in modo sostanziale su dieci donne anziane sradicandole e maltrattandole: forse la colpa è della loro disubbidienza ma i motivi lucrativi dei proprietari dell'immobile mi paiono ben più plausibili e ignominiosi!!
Tutte dagli 80 in su, di cui alcune malate: quasi tutta la vita in clausura, vissuta grazie alle donazioni dei concittadini, per i quali da sempre erano faro spirituale e morale. E queste donne osano dichiarare apertamente: "Ci hanno detto che ci toglieranno anche l'abito". Intanto che è sulla bocca di tutti per aver forse accettato donazioni da personaggi vicini al Clan dei Casalesi, il vescovo fa sapere che la decisione dello sfratto è dipesa dal Vaticano. Ratzinger dal canto suo è arrivato a respingere la lettera con la richiesta d'aiuto della madre generale delle Cappuccinelle e la situazione si fa esplosiva, con una critica diretta da parte dell'anziana e con le illazioni da parte dei devoti aversani già vessati spiritualmente dal recente caso di un prete pedofilo in città. Si parla di appartamenti da ricavare nell'antica costruzione e di accuse di consumismo "secolare" fatte a quelle vecchiette.
Ora vorrei considerare tutta la faccenda da un punto di vista laico: non è per nulla strano in Italia lo sport nazionale dello scaricabarile indiscriminato, praticato da personaggi pubblici. Ma come sempre è vergognoso ignorare diritti umani ed esigenze, in particolare di individui deboli oltretutto fingendo di non aver nulla a che fare col loro destino: queste donne molto anziane verranno spogliate della loro funzione e missione, unico patrimonio e dote personale, e forse anche delle loro divise e abiti, e per sempre private della loro casa. Accettare questa responsabilità davanti a tutti è scomodo e per molti insopportabile. I Carabinieri fanno lavori imbarazzanti anche come questo, ma Curia e Vaticano infieriscono in modo sostanziale su dieci donne anziane sradicandole e maltrattandole: forse la colpa è della loro disubbidienza ma i motivi lucrativi dei proprietari dell'immobile mi paiono ben più plausibili e ignominiosi!!
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