Strano fine-settimana, in casa la sera sia venerdì sia sabato.
A letto a lungo, a dormire.
Strano il sabato iniziato con una pioggia che ho rincorso, senza mai vederla, seguendone le tracce come Pollicino.
Una spesa infinita dove mi son perso come durante un itinerario sconosciuto: che io non mi orienti è normale, ma in un piccolo supermercato, no!!
Poi un buon lasso di tempo impiegato tra internet e telefonino.
A pomeriggio inoltrato un giro in centro, in piazza del Duomo, ed ecco lo shock: diversi scoppi in piazza. La spiegazione: si festeggiano le 5 giornate di Milano!!
Da bimbo mi ricordo venivano sempre tirate in ballo, insieme patriottiche e campanilistiche: e allora la Lega non era certo attiva.
Era un orgoglio sentirsi parte della città che per prima testimoniò l'efficacia dell'iniziativa popolare che, pur guidata da uomini consapevoli, era stata in grado di influenzare le decisioni di capi di stato, passando così dalla vampirizzante occupazione austriaca a un governo provvisorio che avrebbe partecipato alla costruzione di una nazione italiana libera ed indipendente, nel pieno spirito risorgimentale. La mia maestra elementare era una fervente cristiana e convinta repubblicana, che ci infuse molti luoghi comuni di allora, ma anche principii imprescindibili e valori, non vincolanti, come la Resistenza, forse mirando a darci un rigore e un'onestà intellettuale che ognuno di noi fosse in grado di usare con molta libertà.
Ora mi dico che l'informazione è proprio scaduta: a chi dimentica le date che sono i capisaldi della nostra storia politica bisognerebbe rammentare puntualmente i nodi del nostro percorso di nazione, magari non con la solennità di una volta. Ma forse è proprio la Lega che considera l'epilogo delle 5 giornate un prologo ad un'unità d'Italia che pesa sullo stomaco di un'ideologia non federalista, ma egoisticamente separatista.
La domenica iniziata tardi mi ha portato in centro e al telefono. Ma oggi la pioggia l'ho incontrata appena accennata. Nella mia seconda casa (quella di Alfredo, che conosce quella maestra) tè, biscotti e chiacchiere per finire la parte diurna di questa domenica.
L'informazione italiana, che appunto prosegue la sua mutazione genetica, mi fa schifo: certi punti fermi della storia d'Italia dovrebbero venir prima delle dilaganti e tanto discusse beghe politiche e istituzionali, di bassa Lega, dando invece un indirizzo esemplare a tutti.
A letto a lungo, a dormire.
Strano il sabato iniziato con una pioggia che ho rincorso, senza mai vederla, seguendone le tracce come Pollicino.
Una spesa infinita dove mi son perso come durante un itinerario sconosciuto: che io non mi orienti è normale, ma in un piccolo supermercato, no!!
Poi un buon lasso di tempo impiegato tra internet e telefonino.
A pomeriggio inoltrato un giro in centro, in piazza del Duomo, ed ecco lo shock: diversi scoppi in piazza. La spiegazione: si festeggiano le 5 giornate di Milano!!
Da bimbo mi ricordo venivano sempre tirate in ballo, insieme patriottiche e campanilistiche: e allora la Lega non era certo attiva.
Era un orgoglio sentirsi parte della città che per prima testimoniò l'efficacia dell'iniziativa popolare che, pur guidata da uomini consapevoli, era stata in grado di influenzare le decisioni di capi di stato, passando così dalla vampirizzante occupazione austriaca a un governo provvisorio che avrebbe partecipato alla costruzione di una nazione italiana libera ed indipendente, nel pieno spirito risorgimentale. La mia maestra elementare era una fervente cristiana e convinta repubblicana, che ci infuse molti luoghi comuni di allora, ma anche principii imprescindibili e valori, non vincolanti, come la Resistenza, forse mirando a darci un rigore e un'onestà intellettuale che ognuno di noi fosse in grado di usare con molta libertà.
Ora mi dico che l'informazione è proprio scaduta: a chi dimentica le date che sono i capisaldi della nostra storia politica bisognerebbe rammentare puntualmente i nodi del nostro percorso di nazione, magari non con la solennità di una volta. Ma forse è proprio la Lega che considera l'epilogo delle 5 giornate un prologo ad un'unità d'Italia che pesa sullo stomaco di un'ideologia non federalista, ma egoisticamente separatista.
La domenica iniziata tardi mi ha portato in centro e al telefono. Ma oggi la pioggia l'ho incontrata appena accennata. Nella mia seconda casa (quella di Alfredo, che conosce quella maestra) tè, biscotti e chiacchiere per finire la parte diurna di questa domenica.
L'informazione italiana, che appunto prosegue la sua mutazione genetica, mi fa schifo: certi punti fermi della storia d'Italia dovrebbero venir prima delle dilaganti e tanto discusse beghe politiche e istituzionali, di bassa Lega, dando invece un indirizzo esemplare a tutti.
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