Un giro in centro è quel che voglio fare: la casa oggi m'imprigiona.
Esco dal piccolo belvedere in cima alla Montagnetta.
In 5 minuti la scala di pietra a più rampe mi travasa in metrò.
E il convoglio silenziosissimo mi sorprende mentre invio un sms.
In altri 5 minuti il mezzo mi espelle sotto Piazza Grande.
Di sopra i grandi edifici bianconeri in stile Novecento la fan da padroni.
Solo il Gran Tempio e il Municipio sono antichissimi.
La loro personalità decora davvero quello spazio sterminato.
E mi gira sempre un po' la testa quando mi ci riverso.
Da lì subito mi dirigo verso una stretta via porticata.
E' il Corso, solo uno degli 8 raggi del centro della città.
Qui non mi perdo anche se imbocco traverse a casaccio.
Le viuzze più piccole s'assomigliano quasi tutte.
Ma quando mi portano in un "raggio", questo si fa riconoscere.
Da sbussolato che sono, mi sento grato agli stili degli architetti.
E' grazie a quelli, che, almeno in centro, mi oriento.
Il Corso è medievale, il Gran Viale è più recente e senza portici.
E' qui che, dopo 3 negozi visti e apprezzati, mi siedo in un certo locale.
Una ricciolona bruna con una erre esagerata, mi accoglie.
E' la padrona, con carattere e capacità invidiabili.
Tutto quel che lei serve è fantastico: per questo sono cliente affezionato.
Il posto è piuttosto grande e sono in 3 a lavorarci.
Lei cucina, e serve i clienti più affezionati.
Gli altri le dànno una mano per il servizio e il banco.
Il sabato è la loro giornata più indaffarata per via del passeggio.
L'uomo alto e serioso con capelli lunghi e barba fa pure il fotografo.
Penso stia assieme a lei ma nessuno me l'ha confermato.
Il più giovane dei tre, apertamente gay, è il più ridanciano.
Faccia da bimbo, e fisico piazzato ma non palestrato.
Sono una gran bella squadra e non ho mai avvertito tensioni.
Anche le rispostacce, sempre e assolutamente scherzose.
Ecco il frullato brasiliano, servito in un megaboccale da birra.
Litro di bevanda color amaranto che mi va giù che è un piacere.
Hanno avuto la ricetta da un assiduo avventore brasiliano.
Ecco il mio amico Marino a muso lungo: mai visto così.
La sua risposta al mio sms è stata presentarsi lì.
Dopo un caffè in silenzio, capisco che è meglio uscire.
Al lavoro, mi dice, gli hanno imposto i turni.
E il gioco non gli vale la candela.
Dovrà rinunciare a fare il barista di notte.
Tre volte la settimana coltiva la passione dei cocktail.
Ora fuori c'è un caldo boia, come si fosse a luglio.
E lui continua a sfogarsi, mentre camminiamo lenti via dal centro.
A un certo punto il viale s'inoltra in un parchetto molto folto.
Su una panchina sotto le fronde troviamo riparo dal solleone.
ll colorito olivastro e i capelli color tiziano cortissimi.
Gli occhi color ambra, angosciati e tristi, sembrano "alieni".
Nell'insieme pare un dipinto del '500.
Ci conosciamo da tempo, ma potrebbe essere alieno....
Invece d'invecchiare pare si trasfiguri pian piano.
Ho diverse foto sue e nella prima scattata era diverso.
I colori identici a ora, ma la fisionomia un po' diversa.
Gli occhi erano infossati, coi globi oculari ben evidenti.
Ora hanno addirittura un accenno di plica mongolica.
La bocca allungata, allora molto carnosa e chiara, è "mutata".
Ora è scura e ben disegnata, ma piatta.
E gli zigomi prima sontuosi, ora sono appena accennati.
E' stato evidente solo con tutte le foto sotto gli occhi.
L'impressione, però, c'era ogni volta che lo rivedevo dopo un po'.
Una frequentazione assidua, si sa, sfuma tutti i cambiamenti.
Bellezza veramente arcana, che mi lascia stranito.
Ora io non riesco a rassicurarlo ma lo sfogo lo ha addirittura sedato.
Forse potrebbe dedicarsi del tutto a fare il barman notturno.
Di struttura esilissima ha però la solidità fisica necessaria.
Spalle esageratamente larghe su un torace piccolo e compatto.
Vita e fianchi strettissimi su gambe lunghissime da africano.
Sei anni fa mi disse di avere 40 anni e ne dimostrava 35.
Ora a 46 gliene darei meno di 30.
Mi agghiaccia, perché il dato, su quell'album, è oggettivo.
Io, anche se tutt'ora snello, in 30 anni ho preso 20 chili.
Lui è così: non invecchia, muta.
Forse 10 anni fa rivelare origini aliene poteva generare terrore.
Ma ora come ora non capisco questo suo pudore.
I mezzosangue sono ancora rarissimi, ma gli alieni no.
In web tutti li hanno visti anche se dal vivo pochi li incontrano.
Solo nelle metropoli sono vicini di casa non insoliti.
Forse Marino ha scoperto da poco questa sua origine mista?
Potrebbe essere plausibile.
Anche perché 40anni fa gli alieni erano clandestini.
Sulla Terra sotto mentite spoglie, profughi e non invasori.
La loro "esobiologia", al tempo cammuffata, ammaliava parecchio.
Terrestri maschi e femmine erano spesso attirati da quella diversità.
Alterati chirurgicamente o mascherati, apparivano direi come Marino ora.
Ma, senza meticciamenti, le loro caratteristiche distintive sono evidenti.
Pelle molto spessa e liscia, da bianca a nera, anche di tonalità strane.
Capelli di colori mai definiti, sempre foltissimi, ma a zone ristrette.
Pelosità inesistente o ridotta a peluria, e maschi spesso calvi dalla nascita.
Bocche larghissime e carnose.
Occhi mobilissimi, di ogni colore possibile ma sempre chiarissimi.
Nasi minutissimi o senza setto nasale.
Orecchie bislunghe o piccolissime.
Ossa leggerissime e adiposità poco diffusa.
L'altezza per loro è un dato molto più variabile che per noi.
Invecchiando, i loro capelli rallentano la propria crescita drasticamente.
La pelle stira i lineamenti e si schiarisce.
E le articolazioni perdono drasticamente e improvvisamente elasticità.
Per cui da anziani hanno bocca socchiusa, e arti mai distesi.
Un invecchiamento diverso dal nostro e da quello di Marino.
A lui presto porrò la domanda diretta.
Come profughi sono stati fortunati, per ora.
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