Una donna che ritrova il proprio cuore, questo l'elemento che mi fa accostare due storie e due film, per me magnifici, così diversi per genere, spirito, geografia, cromaticità e il tema della vocazione è centrale rispetto alle 2 trame, ed è affrontato da tutti i personaggi principali.
Stéphane Audrane e Licia Maglietta sono talmente espressive, brave e convincenti che potrebbero benissimo sostenere, coi debiti cambiamenti, una la parte dell'altra in ipotetiche riedizioni del Pranzo di Babette e di Pane e Tulipani.Non rammento Licia in un film serio o drammatico, mentre ricordo Stéphane nei film istericamente comici con Louis de Funès: perfetta.
In tutte e due le pellicole troviamo pure "personaggi in sviluppo".
La cuoca parigina Babette, profuga politica in questa cupa isoletta nordica, PARTE dall' umile e grata sottomissione a uno stile di vita non suo.
La setta religiosa danese che la ospita come governante predica rigidi precetti antiedonistici: l'ARRIVO è il cospicuo omaggio altrettanto grato che la straniera non più estranea fa della propria arte e passione culinaria ai suoi padroni di casa.
Della piccola corte di amici e parenti, tutti mutano quasi geneticamente attraverso l'inusuale esperienza sensoriale del sontuoso banchetto.
La casalinga Rosalba, maldestra e sognante, dedita solo alla famiglia, PARTE invece per Venezia da un autogrill, col suo amor proprio ferito.
La famiglia prepotente l'ha scordata in autostrada ma poi la reclama, così lei si cerca ospitalità e trova pure lavoro, arte, amicizia e amore, tutti appassionanti.Il contagio della sua socievolezza arriva a tutti i personaggi "veneziani": qui l'ARRIVO è il ritorno definitivo a Venezia, che si esplicita nella festa in riva a un canale con Rosalba che suona la fisarmonica, con tutti i "caratteri" da lei beneficiati che le danzano intorno.
Vento, litanie, crepitii, Mozart e rumore di stoviglie per il pranzo di Babette, fosco e realista.
Musica pop italiana anni '60, Rossini, e classici della fisarmonica suonati dall' attrice protagonista stessa, per Pane e Tulipani, solare e grottesco.
Fotografia intimista e d'effetto per tutte e due le pellicole.
Per me due classici.
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