Bottega tipica della Milano d'una volta era la "sostra" in milanese "scioostra": negozio del "sciostree", dove si comprava tutto quello che serviva per ristrutturare, scaldare e sbiancare l'interno delle abitazioni.
Il nome di questo negozio pare venga dal latino "substrata", cioè sottostrada, perché probabilmente la più grande concentrazione di questi depositi erano le cantine lungo i navigli, con accesso esterno, per metterci la merce che arrivava da fuori coi barconi.
Al giorno d'oggi ovviamente ce n'è pochissimi, ma negli anni '60 nella zona tra l'Arena e Piazza Firenze erano numerosi quanto i negozi di frutta e verdura, ma erano "antri" a pianterreno ed erano tutti gestiti da gente d'origine ligure: gli accessi avevano solo la serranda e durante l'apertura si accedeva direttamente a questi ambienti scarsamente o per nulla illuminati, con un soppalco per la legna sotto il quale c'era lo spazio per il resto, che era segatura, trucioli, carbone, bidoni di kerosene, bombole di gas, intonaci e vernici e, per ultimi, i sacchi di pellet. L'unico arredo, generalmente posto lungo la parete destra del locale, era il baracchino di legno della cassa illuminato da una lampadina, dove stava il gestore, riparato da una finestrella di vetro scorrevole.
Le sostre dei Navigli dovevano aver avuto accessi simili a quelli dei magazzini seminterrati delle vie principali della città di Berna, a cavallo dei portici con ante simili alle cantine esterne di tante villette americane, viste anche nei fumetti di Disney.
Fino al '63, anno in cui sono venuto a Milano, a Genova non avevo mai visto negozi del genere, ma ricordo che là quelle stesse merci erano vendute, assieme ad alimenti conservati, cesti e scope, nei cosiddetti "consorzi", in genere ampi e luminosi ma pure senza vetrate.
Il nome di questo negozio pare venga dal latino "substrata", cioè sottostrada, perché probabilmente la più grande concentrazione di questi depositi erano le cantine lungo i navigli, con accesso esterno, per metterci la merce che arrivava da fuori coi barconi.
Al giorno d'oggi ovviamente ce n'è pochissimi, ma negli anni '60 nella zona tra l'Arena e Piazza Firenze erano numerosi quanto i negozi di frutta e verdura, ma erano "antri" a pianterreno ed erano tutti gestiti da gente d'origine ligure: gli accessi avevano solo la serranda e durante l'apertura si accedeva direttamente a questi ambienti scarsamente o per nulla illuminati, con un soppalco per la legna sotto il quale c'era lo spazio per il resto, che era segatura, trucioli, carbone, bidoni di kerosene, bombole di gas, intonaci e vernici e, per ultimi, i sacchi di pellet. L'unico arredo, generalmente posto lungo la parete destra del locale, era il baracchino di legno della cassa illuminato da una lampadina, dove stava il gestore, riparato da una finestrella di vetro scorrevole.
Le sostre dei Navigli dovevano aver avuto accessi simili a quelli dei magazzini seminterrati delle vie principali della città di Berna, a cavallo dei portici con ante simili alle cantine esterne di tante villette americane, viste anche nei fumetti di Disney.
Fino al '63, anno in cui sono venuto a Milano, a Genova non avevo mai visto negozi del genere, ma ricordo che là quelle stesse merci erano vendute, assieme ad alimenti conservati, cesti e scope, nei cosiddetti "consorzi", in genere ampi e luminosi ma pure senza vetrate.
Botéga tipica de Milan l’éra la SCIOOSTRA doech’el sciostree vendéva on poo de tut quel che se droava per costrui’, scalda’ e sbianca’. Disen ch’el vegn dal latin “substrata”, soota la via, dal momént che na voeulta quii botég éren soratut i cantinn di Navili, per la ròba che rivava coi barcoon. Dess ghe n’e’ pòc, ma a Pòrta Volta éren al pianterén, tut vert, sénsa ciar, cont on sopalc per la legna e sòta quel, el carboon, la segadura, i bidoon de cherosene e i boombol de gas, e a destra el barachin de legn del padroon, faa come la cassa d’on cìnema, col véder de scoor e la lampadina per cunta' i danee. Magara quii di Navili éren insci' come i cantinn de Berna e de tanti ca' in América, co la pòrta a bòtola a caval d'on pòrteg.
Nessun commento:
Posta un commento