lunedì 3 novembre 2014

673. Transnistria, diritti umani e Made In Italy

Mi sono documentato su Wikipedia riguardo alla TRANSNISTRIA, sentita nominare in relazione a Crimea e Ucraina solo negli ultimi 6 mesi, e poi appena tirata in ballo dalla reporter Gabbanelli: è  un territorio "franco", ancora sovietico con KGB ancora attivo, non riconosciuto dall'Onu, con stipendi bassissimi e, per questo, mecca produttiva dei marchi "Made in Italy", ma classificato sulle etichette dei prodotti come Moldavia, di cui faceva parte.
La situazione dei diritti umani in Transnistria è criticata da molti governi e organizzazioni internazionali. Il rapporto del 2007 "Freedom in the World", pubblicato dalla statunitense "Freedom House", la descrive come territorio "non-libero", con una situazione pessima per diritti politici e libertà civili.
Secondo il rapporto del 2006  redatto dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, in Transnistria il diritto dei suoi cittadini a cambiare il loro governo fu limitato, e le autorità avrebbero continuato a usare torture, arresti e detenzioni arbitrarie, oltre a limitare la libertà di parola e di stampa. Ancora regione separatista, continua a negare l’accesso ai giornalisti  e perseguita i gruppi religiosi minoritari, ma resta area di transito per il traffico di persone. L'omosessualità è illegale, i gay e le lesbiche sono oggetto di discriminazione governativa e sociale.
Dopo anni in Romania, Ucraina e Moldavia, il trasferimento QUI di tantissime  NOSTRE produzioni un tempo in Italia, è uno dei motivi principali della chiusura di tante piccole aziende e conseguente perdita di tantissimi posti di lavoro italiani.
fonte: wikipedia.it

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