Grazie a un film visto di recente in tivù, Burlesque, con Cher (Sarkisian) e Christina (Aguilera) , ho scoperto, cercando sul web, una parola di cui non conoscevo neppure l’esistenza, il MELISMA! Nel canto è l’ornamentazione melodica che carica su una sola sillaba un gruppo di note ad altezze diverse, “spalmandone” la vocale sulle varie note, modulando l'intonazione senza interrompere l'emissione vocale.
Questo virtuosismo fonetico, diffuso nella musica world e operistica, si trova a partire dal canto gregoriano e dalla liturgia ebraica, e poi nel flamenco, nel fado, nel folk mediterraneo, arabo e asiatico, oltre che in tanti generi “afro”. Lo si riscontra, praticato più o meno spontaneamente e intensamente, nei repertorii di Christina Aguilera, Whitney Houston, Mariah Carey, Beyoncé Knowles, Cyndi Lauper, Paula Abdul, Shakira Ripoll, Kate Bush, Jimmy Somerville, Skin Dyer, Amy Winehouse, Azis Boyanov, Mira Awad, Ofra Haza, Youssou Ndour, Teresa DeSio, Compagnia di Canto Popolare, Mia Martini.
In molti di questi artisti non s'avverte alcuno sforzo d'emissione per un'esibizione così affascinante, ma se questo preziosismo è caratteristica predominante di uno stile personale, per me diventa stucchevole e fastidioso.
Un funambolismo però che trascina su di sè l'attenzione musicale mia e di molti altri, anche perché sempre diverso, usato da voci diversissime tra loro, in musiche veramente disparate.
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