martedì 9 aprile 2013

584. E' morta la Thatcher.

Il RegnoUnito degli anni ‘70 dicono fosse in uno stato pietoso e disperato: al contrario, i miei genitori, che non erano certo comunisti, socialisti, nè di sinistra, ebbero l’impressione, ritornandoci nel ’77 dopo più di 25 anni, che gl’Inglesi, pur trovandosi nel ’50 in una situazione molto peggiore di quella dell’Italia, avessero poi raggiunto un livello di vita migliore del nostro.
Ma molti economisti concordano sul fatto che lo strapotere dei sindacati fosse responsabile d’un disastro esibito o conclamato, influenzando addirittura il sistema tributario, con conseguenze devastanti! L’inflazione allora veniva combattuta giocando di volta in volta sugli adeguamenti salariali, così i sindacati tolleravano altri interventi. Da qui il controllo dei prezzi, l’alta progressività reddituale della tasse e l’attenzione alle opinioni dei sindacati su gran parte della politica economica, con uno statalismo pesante, con governi sia Laburisti sia Conservatori.
Addirittura i Conservatori, puntando il dito su un socialismo strisciante e invasivo, che decideva al posto degli imprenditori i prezzi e i salari, erano risoluti a identificare e rimuovere gli ostacoli all’effettiva competizione e le restrizioni all’iniziativa economica, ma finirono col fare nella prima parte degli anni anni ’70 la politica più corporativa del dopoguerra, giudicata un disastro, appunto, che fece 2 vittorie di seguito dei Laburisti.
Questo scenario vide l’avvento del primo governo di Margaret Roberts Thatcher: lei "comiziava" la gente sul fatto che dava a gruppi d’interesse radicati e all’avversione generalizzata per il libero mercato la responsabilità del blocco dell’economia alimentando inflazione, disoccupazione e declino. La Lady di Ferro, forse anche di Bronzo, chiamata dalle sue vittime The Witch (La Strega) riuscì a cambiare tutto questo.
In macroeconomia accantonò una politica eminentemente fiscale per una politica monetaria ispirata alla stabilità, riducendo il disavanzo pubblico, e ristabilendo gli incentivi al lavoro, al risparmio e all’investimento, col taglio di tutte le aliquote, soprattutto delle più alte. Perché per lei ristabilire gli incentivi era la cosa più importante, mentre faceva apparire futile e addirittura dannosa la ricerca dell’equità .
In microeconomia, regolamentò i sindacati, privatizzò al massimo e promosse il liberismo commerciale, operò la riforma delle amministrazioni locali e dell’edilizia, e molto altro.
La Thatcher, come Reagan negli USA, domati i sindacati, ridusse di molto il ruolo del governo, a favore del “libero mercato” anche attraverso le privatizzazioni. Tutti riconoscono che da un programma così radicale si generò l’imitazione, per molti negativa, da parte di altri Stati, ma non la riduzione stabile della spesa pubblica.
Lei aveva rivendicato il coraggio di essere reazionaria, nazionalista e guerrafondaia, cambiando il sentire comune, e governando il paese da bottegaia che vive le tasse come un’imposizione iniqua e le regole commerciali come un danno assoluto. I sindacati inglesi forse avevano abusato del proprio potere, e questo aveva reso primaria la necessità da parte dei grandi Capitalisti di ridurne l’influenza, ma l’elemento cruciale fu la Sua personalità monolitica, e refrattaria ai compromessi sui propri principi, improntati essenzialmente al primato del denaro.
Col suo spirito di vera Leader, molto pratica e prosaica, contaminò di liberismo conservatore gran parte del mondo, anche se disse “spero ricorderete che sarà anche il gallo a cantare, ma è la gallina a deporre le uova”. Ma nutro molto disprezzo per il coraggio arrogante con cui a un simposio internazionale in Italia disse “La civiltà è una prerogativa esclusiva dei popoli di lingua inglese”. D’altra parte prosaicità e arroganza sono spesso caratteristiche distintive dei Capipopolo, dei Leader e dei Dittatori. Lei però era solo prosaica e arrogante, ma non anche volgare e ordinaria come un certo numero di Condottieri Italiani dei nostri giorni.
Ma intanto in Inghilterra è in cima alle classifiche, dal giorno in cui la Baronessa Roberts è morta, "Dingdong the witch is dead - Dindondàn la strega è morta" di 70 anni fa, dal film Il Mago di Oz. E domenica 14 la BBC nella sua hitparade settimanale ne dovrà parlare.

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