Al di là del fatto che aspirerei a un invito autonomo, da settimane avevo il conforto che avrei assistito di sicuro in studio ancora grazie a Flavio, mio compagno di passioni sociali, iperattivo e presenzialista, a una gran prima puntata: quella della nuova serie de "L'Infedele" di Lerner ora barbuto, con un Nuzzi sempre più perfettamente glabro. E anche stimolato da diversi amici m'ero aspettato che Gad avrebbe trattato almeno di striscio il trentesimo anniversario dell'assassinio del Generale DellaChiesa: invece tra le commemorazioni, ovviamente impreviste, di Carlo Maria Martini appena morto, l'inchiesta "Vatileaks" e i timori visionari di Grillo ed altri rispetto a una certa Alleanza Populista Italiana, per me una grossa occasione s'è persa. E m'è spiaciuto ancor di più dopo che, a posteriori, ho letto il bellissimo "racconto" di Nando DellaChiesa sul "Fatto" del 2 settembre, a proposito del ricordo onirico di un "certo" carabiniere incontrato più volte. Comunque dell'intera trasmissione, col cattolicissimo Socci e la vaticanista Ambrosetti accorati e concentrati sul coraggio di Papa Ratzinger, ho apprezzato oltre al "maitre" Lerner e al "sommelier" Nuzzi, solo gli interventi di Vattimo, l'intervista registrata di Nuzzi al Maggiordomo del Papa, e l'esibizione pianistica notevolissima dell'iraniano Ramin Bahrami con la musica di Bach. Dico pure che Socci ha chiamato "idiozie" certe opinioni formulate mi pare da Nuzzi e che fuori onda la voce della signora Ambrosetti ha avuto un'impennata non certo canora ma verbalmente aggressiva verso un astante che faceva una puntualizzazione: tanta fede per nulla...!
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