In questo agosto 2012, Milano è, nella percezione della gente rimasta che stavolta non è poca, l'incrocio termico tra un forno multifunzione e un'antica cucina economica: micro-onde, fiamma a gas, resistenze elettriche, piccole fornaci, e vapore a volontà, in un'atmosfera mefitica che sfianca e soffoca, pur con lo sfollamento dei motori che agevola notevolissimamente il flusso stradale.
Come il giorno, la notte è un bagnoturco virtuale, con l'unica differenza che 2 ore risicate a cavallo dell'alba portano i soffi rinfrescanti dell'Africa notturna.
La voglia di sbracciarsi e spogliarsi sempre più è presto soddisfatta da parte della maggioranza di chi lavora: anche negli uffici fa capolino persino qualche calzoncino maschile, in gara con le tantissime tuniche femminili molto simili a sottovesti.
Anche sotto clima artificiale si traspira la propria sofferenza biologica, perdendo la voglia di ascoltare musica e chiacchiere e dando la precedenza a tracannare liquidi che possano conservare questa biologia umana messa così tanto alla prova.
Come il giorno, la notte è un bagnoturco virtuale, con l'unica differenza che 2 ore risicate a cavallo dell'alba portano i soffi rinfrescanti dell'Africa notturna.
La voglia di sbracciarsi e spogliarsi sempre più è presto soddisfatta da parte della maggioranza di chi lavora: anche negli uffici fa capolino persino qualche calzoncino maschile, in gara con le tantissime tuniche femminili molto simili a sottovesti.
Anche sotto clima artificiale si traspira la propria sofferenza biologica, perdendo la voglia di ascoltare musica e chiacchiere e dando la precedenza a tracannare liquidi che possano conservare questa biologia umana messa così tanto alla prova.
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