"Dio non è grande: requisizione contro le religioni che tutto avvelenano" è un libro in 19 capitoli, molto discusso, considerato da credenti e teologi di varia estrazione non equilibrato e privo di confronti opzionali, partorito da Christopher Hitchens, sorta di studente immaturo, marxista o neo-conservatore: io personalmente ne sono stato stimolato a riflettere pure su cose che già conoscevo o presumevo, e ne conservo tutta una serie di concetti, generati anche dal mio modo di sentire a riguardo, che voglio esporre qui di sèguito.
Dal motto del berbero e protocristiano Tertulliano "Credo in quanto assurdo" del II° secolo, all'asserzione del germanico e riformatore cristiano Lutero "La ragione è la prostituta del Diavolo" del XV° secolo non c'è praticamente salto. Invece nel XIX° secolo il danese e grande pensatore Kierkegaard, addirittura propugna il "Salto della Fede" come mezzo imprescindibile per filosofare e speculare di tutto validamente: ricorrono appunto nella Storia gli interventi dei monoteismi fideisti contro la prevenzione razionale delle epidemie d'ogni tipo. E perciò tutte le scienze s'erano arricchite per secoli di scoperte condizionate, perseguitate e sbranate dalle Religioni, prima che Darwin "evoluzionasse" l'origine delle specie terrestri e Einstein lo facesse con quella dell'Universo: per questo voci autorevoli presero a rifarsi al Deismo che giustifica il Creato come "Disegno Coerente", forse solo per non incorrere nell'ira di qualche tribunale religioso. Ma s'è dovuti arrivare alla fine del XX° secolo per sentire condannata ufficialmente e disconosciuta davanti ai fedeli la persecuzione da parte della Chiesa di Roma del grande Galileo, per merito di Papa Wojtyla, pontefice del suo "Iddio Onnipotente"!! Si sono così incontrati virtualmente ma concretamente 2 personaggi che hanno cambiato la Storia.
Dal motto del berbero e protocristiano Tertulliano "Credo in quanto assurdo" del II° secolo, all'asserzione del germanico e riformatore cristiano Lutero "La ragione è la prostituta del Diavolo" del XV° secolo non c'è praticamente salto. Invece nel XIX° secolo il danese e grande pensatore Kierkegaard, addirittura propugna il "Salto della Fede" come mezzo imprescindibile per filosofare e speculare di tutto validamente: ricorrono appunto nella Storia gli interventi dei monoteismi fideisti contro la prevenzione razionale delle epidemie d'ogni tipo. E perciò tutte le scienze s'erano arricchite per secoli di scoperte condizionate, perseguitate e sbranate dalle Religioni, prima che Darwin "evoluzionasse" l'origine delle specie terrestri e Einstein lo facesse con quella dell'Universo: per questo voci autorevoli presero a rifarsi al Deismo che giustifica il Creato come "Disegno Coerente", forse solo per non incorrere nell'ira di qualche tribunale religioso. Ma s'è dovuti arrivare alla fine del XX° secolo per sentire condannata ufficialmente e disconosciuta davanti ai fedeli la persecuzione da parte della Chiesa di Roma del grande Galileo, per merito di Papa Wojtyla, pontefice del suo "Iddio Onnipotente"!! Si sono così incontrati virtualmente ma concretamente 2 personaggi che hanno cambiato la Storia.
Per conoscere un Dio unico identificato solo dai 4 caratteri alfabetici YHWH si parte dai 5 libri iniziali della Torah dati al popolo ebraico dal patriarca Mosè, salvato in fasce dal Nilo nel sito di un'antichissima Sinagoga dell'attuale Cairo: i 3 monoteismi principali e le loro eresie e scissioni, furono tutti rivelati ad avi mitici, incarnazioni mortali della divinità o profeti, e magari reinterpretati provocando di volta in volta accuse e sbugiardamenti reciproci, emendamenti o rettifiche più che solenni con condanne a morte e strascichi bellici pesanti.
Il culto di "Yahwe-Elohim-Hadonai", scevro all'origine da devozioni collaterali e superstizioni per distinguersi nettamente dagli idoli "pagani", monoteisticamente evolve verso un'intolleranza variamente palesata nei confronti di apostasìa e blasfemìa, punite poi per secoli con la morte. Su questa linea tuttora l'Islam si mantiene con quel tipo di condanne: esempio moderno non unico ne è la fatwaa reiterata verso lo scrittore inglese musulmano Rushdie, che qualunque fedele di "Allah il più Grande e Misericordioso", si sente autorizzato a mettere a segno con un'esecuzione senza condizioni. Altre dottrine ufficiali si limitano al giorno d'oggi ad emarginare quanto possibile l'apòstata dalla comunità religiosa, quando invece le cosiddette Comunità di Base mettono l'accoglienza e il perdono davanti a tutto.
Ma nell'intero Vecchio Testamento le contraddizioni tra prescrizioni tutte tassative sono così macroscopiche da giustificare qualunque scisma o rifondazione: si va dai 10 comandamenti, che non sto a citare, alla lapidazione di figli disubbidienti e di adultere fino allo sterminio di maschi nemici d'Israele con "acquisizione" delle loro vergini, all'evirazione dei violentatori che così mutilati si credeva non potessero beneficiare da morti di quella resurrezione riservata ai probi dalla polvere dello Sheol, popolato di ombre larvali: tirata in ballo in epoca di poco anteriore a Cristo, è una teoria che d'altronde contraddice l'esistenza del fuoco eterno della Gehenna e del Giardino di Delizia chiamato GanEden, cui si aggiunge poi la presenza in questo mondo, sostenuta nella Cabala ebraica posteriore a Cristo, delle scintille frenetiche di anime vagabonde. Magari Dante Alighieri si è rifatto a Sheol, Gehenna e Eden per descrivere Purgatorio, Inferno e Paradiso popolati dei suoi personaggi.
Venendo a parlare di Nuovo Testamento poi si viene a sapere che tra Vangeli Canonici, che ne fanno parte, Gnostici e Apocrifi, l'unico non ipocrita nè contraddittorio, anche se un po' fantascientifico, è quello di Giuda, cui potrebbero essersi in parte ispirati ideologicamente gli autori di Jesus Christ Superstar.
Occorre una fede ancora maggiore per credere che un Arcangelo abbia recitato a un pur pio, santo e valente analfabeta arabo nella sua lingua l'intero Corano, che potrebbe anche non contenere nessuna contraddizione ma per leggere il quale vige tutt'ora la stessa rigida regola, per me pazzesca, che a lungo c'è stata per Torah e Vangeli: per dirla con la comica Franca Valeri "in originale sennò ci perde". Per la Torah israelita si trattava e si tratta di ebraico, e ritengo che oggi rabbini molto diversi tra loro, ma sempre in vivace polemica culturale, portino a una pluralità encomiabile. Per i testi cristiani la lingua originale varia a seconda dei compilatori e del primato culturale via via in campo: ebraico/aramaico, greco e latino: si ebbero dai primissimi anni '60 Scritture e Riti cattolici in tutte le lingue nazionali, finalmente, ma pare furono proprio anche le prime traduzioni medievali in lingue Volgari a portare all'avvio d'una critica filosofica verso eresie, protestantesimo e Riforma. Tutte le caste sacerdotali hanno così mantenuto a lungo il proprio primato culturale. Invece per l'Islam, stranamente, è tutto il popolo Arabo a mantenere questa supremazia rispetto a una percentuale enorme di musulmani non arabòfoni: comunque nessuno oggi come oggi parla più l'idioma del Corano, da cui deriva il cosiddetto arabo standard, moderna lingua ufficiale di tutti i paesi arabi con parlate locali, con una funzione molto simile a quella dell'italiano collante culturale per gli italiani coi loro tanti dialetti. Altra stranezza, per me, è il mancato riconoscimento da parte dei comuni fedeli islamici Sunniti (tradizionalisti) di Sette come quelle degli Sciiti, Ismailiti, Sufi ed altri, al limite, se non addirittura ignorate, considerate come riti regionali diversi non filosoficamente differenziati.
Per quel che riguarda il proselitismo, l'Ebraismo vi ha rinunciato ai propri albori riconoscendosi come popolo di Dio, mentre la quasi totalità del Cristianesimo e dell'Islam l'hanno come grande obbligo morale per il vero praticante. Precetti e prescrizioni in quantità massicce per tutte le religioni del Libro: a parte mangiare di magro al venerdì e in Quaresima e il precetto domenicale, la Chiesa Cattolica vi ha rinunciato come l'Ebraismo Riformato ha abolito la separazione dei sessi e il matrilinearismo, e l'obbligatorietà della circoncisione e delle regole alimentari, aprendo sia alle conversioni soprattutto in famiglie miste sia all'omosessualità, elemento quest'ultimo in comune con qualche setta cristiana evangelica e con le comunità cattoliche di base.
Si può osservare che l'Islam non si pose mai come religione nuova ma, propugnando come vere le proprie interpretazioni di Torah e Vangeli, accusò come falsificatori della verità Ebrei e Cristiani: Gesù Cristo, secondo Maometto, fu profeta importantissimo e positivo, nato da Maria per opera del solito Arcangelo: in quanto Spirito Supremo come poteva Dio avere un Figlio seppure Unigenito? Alla fine l'Islam si considera come rivelazione definitiva e inconfutabile del Monoteismo Mosaico pur conservando della tradizione araba preislamica la classificazione degli angeli come creature di luce, degli umani come creature di terra e dei genii o jinn nati dal fuoco nella fantasia dei nomadi sahariani: perciò oltretutto nessuna revisione testuale del Corano è stata mai autorizzata, al contrario di Torah ebraica e Vangeli cristiani.
L'esperienza personale in giro per il mondo dell'autore Hitchens mette in discussione i miracoli moderni escludendo a priori che fossero miracoli quelli delle Antiche Scritture: ai nostri tempi l'entusiasmo convinto di apostoli di uno o dell'altro "Santo" aggirano e raggirano magari senza volerlo la realtà per celebrare la gloria della loro Star della bontà. Mentre invece, al pari dell'antichità, le calamità naturali vengono tutt'ora usate da tutte le religioni come segno dell'intervento divino che punisce o ammonisce. E comunque dal '900 la quantità di conquiste e scoperte scientifiche dall'astronomia alla biologia alla fisica hanno dato spiegazioni sul mondo molto più convincenti, complete e coerenti delle religioni, fatto che spiega il distacco di molta gente dalle "Chiese" che però cozza con la realtà della sempre crescente radicalizzazione dei monoteismi. Da Trotski salta fuori che il "popolo" a un certo punto va oltre il materialismo e tende al trascendente che può anche essere, oltre ai culti comunemente intesi, un ideale come la Rivoluzione, che pure ha generato opere d'arte. Ma visto che le arti s'ispirarono per più di 2 millenni soprattutto al trascendente religioso si può supporre che tutti i genii dello stampo d'Omero, Leonardo, Shakespeare e di qualche musicista avrebbero potuto forgiare opere d'altrettanto valore da spunti differenti.
Comunque appare realistico che tante religioni siano nate dall'esigenza da parte di capopoli quali Mosè, Gesù, Maometto, e non solo, di governare, unificare o quantomeno emancipare attraverso una "trascendenza forte" tribù nomadi esasperate e rese violente da condizioni di vita estreme, o popolazioni abbruttite dall'isolamento alle prese con schiavi ribelli, o ancora popoli d'antica fierezza sottomessi da imperi potenti e arroganti. Esempio lampante è che il mito fondativo dei Mormoni partì dalla profanazione, da parte di John Smith e parenti, di "ricche" sepolture native americane, probabilmente Hopi, site appunto nella fattoria di proprietà del razzista e schiavista che fu poi guida storica della Chiesa Mormona di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni: la loro teoria balzana è che più di mezzo millennio prima di Cristo una parte del popolo ebraico popolò il continente americano costituendo così la base etnica e culturale dei Nativi Americani.
Ma è dimostrato come attraverso il fervore religioso e filosofico s'arrivi ad affrancare masse di popolazione destinate alla sottomissione razzista e classista: esempio ne è il reverendo Martin Luther King, protestante statunitense, umanista e pacifista che promosse in modo clamoroso l'autoemancipazione dei neri del proprio paese con ripercussioni mondiali, preceduto dal filosofo e avvocato indiano Mohandas Gandhi, dichiarato fuoricasta dai suoi correligionari indù, che lottò in SudAfrica contro la discriminazione finendo poi ad essere il Mahatma, vero Padre della sua patria, l'India indipendente!
Tutta una serie di precetti delle grandi religioni vanno contro i diritti dell'uomo, soprattutto per quanto riguarda la condizione femminile e la sessualità, ma anche contro l'uguaglianza, per cui un uomo come Gandhi ha combattuto da indù contro la sua stessa religione a caste, abbracciando un pacifismo universale.
Alla gente la religione ha fornito spesso per merito di uomini illuminati un potere di riscatto formidabile ma, e l'esempio più recente è della metà di questo agosto, anche un'ispirazione di strage reciproca come tra milizie sunnite e alawite: e si tratta di musulmani siriani, comunque.
Ritengo sia un bene che le religioni si occupino di diritti dell'uomo, quando non lo fa abbastanza la Politica ufficiale, ma che sia davvero un veleno quando si occupano di politica bellica avvelenando proprio i diritti dell'uomo.
fonti: Christopher Hitchens / www.gadlerner.it / www.studibiblici.it / www.wikipedia.org
Ma nell'intero Vecchio Testamento le contraddizioni tra prescrizioni tutte tassative sono così macroscopiche da giustificare qualunque scisma o rifondazione: si va dai 10 comandamenti, che non sto a citare, alla lapidazione di figli disubbidienti e di adultere fino allo sterminio di maschi nemici d'Israele con "acquisizione" delle loro vergini, all'evirazione dei violentatori che così mutilati si credeva non potessero beneficiare da morti di quella resurrezione riservata ai probi dalla polvere dello Sheol, popolato di ombre larvali: tirata in ballo in epoca di poco anteriore a Cristo, è una teoria che d'altronde contraddice l'esistenza del fuoco eterno della Gehenna e del Giardino di Delizia chiamato GanEden, cui si aggiunge poi la presenza in questo mondo, sostenuta nella Cabala ebraica posteriore a Cristo, delle scintille frenetiche di anime vagabonde. Magari Dante Alighieri si è rifatto a Sheol, Gehenna e Eden per descrivere Purgatorio, Inferno e Paradiso popolati dei suoi personaggi.
Venendo a parlare di Nuovo Testamento poi si viene a sapere che tra Vangeli Canonici, che ne fanno parte, Gnostici e Apocrifi, l'unico non ipocrita nè contraddittorio, anche se un po' fantascientifico, è quello di Giuda, cui potrebbero essersi in parte ispirati ideologicamente gli autori di Jesus Christ Superstar.
Occorre una fede ancora maggiore per credere che un Arcangelo abbia recitato a un pur pio, santo e valente analfabeta arabo nella sua lingua l'intero Corano, che potrebbe anche non contenere nessuna contraddizione ma per leggere il quale vige tutt'ora la stessa rigida regola, per me pazzesca, che a lungo c'è stata per Torah e Vangeli: per dirla con la comica Franca Valeri "in originale sennò ci perde". Per la Torah israelita si trattava e si tratta di ebraico, e ritengo che oggi rabbini molto diversi tra loro, ma sempre in vivace polemica culturale, portino a una pluralità encomiabile. Per i testi cristiani la lingua originale varia a seconda dei compilatori e del primato culturale via via in campo: ebraico/aramaico, greco e latino: si ebbero dai primissimi anni '60 Scritture e Riti cattolici in tutte le lingue nazionali, finalmente, ma pare furono proprio anche le prime traduzioni medievali in lingue Volgari a portare all'avvio d'una critica filosofica verso eresie, protestantesimo e Riforma. Tutte le caste sacerdotali hanno così mantenuto a lungo il proprio primato culturale. Invece per l'Islam, stranamente, è tutto il popolo Arabo a mantenere questa supremazia rispetto a una percentuale enorme di musulmani non arabòfoni: comunque nessuno oggi come oggi parla più l'idioma del Corano, da cui deriva il cosiddetto arabo standard, moderna lingua ufficiale di tutti i paesi arabi con parlate locali, con una funzione molto simile a quella dell'italiano collante culturale per gli italiani coi loro tanti dialetti. Altra stranezza, per me, è il mancato riconoscimento da parte dei comuni fedeli islamici Sunniti (tradizionalisti) di Sette come quelle degli Sciiti, Ismailiti, Sufi ed altri, al limite, se non addirittura ignorate, considerate come riti regionali diversi non filosoficamente differenziati.
Per quel che riguarda il proselitismo, l'Ebraismo vi ha rinunciato ai propri albori riconoscendosi come popolo di Dio, mentre la quasi totalità del Cristianesimo e dell'Islam l'hanno come grande obbligo morale per il vero praticante. Precetti e prescrizioni in quantità massicce per tutte le religioni del Libro: a parte mangiare di magro al venerdì e in Quaresima e il precetto domenicale, la Chiesa Cattolica vi ha rinunciato come l'Ebraismo Riformato ha abolito la separazione dei sessi e il matrilinearismo, e l'obbligatorietà della circoncisione e delle regole alimentari, aprendo sia alle conversioni soprattutto in famiglie miste sia all'omosessualità, elemento quest'ultimo in comune con qualche setta cristiana evangelica e con le comunità cattoliche di base.
Si può osservare che l'Islam non si pose mai come religione nuova ma, propugnando come vere le proprie interpretazioni di Torah e Vangeli, accusò come falsificatori della verità Ebrei e Cristiani: Gesù Cristo, secondo Maometto, fu profeta importantissimo e positivo, nato da Maria per opera del solito Arcangelo: in quanto Spirito Supremo come poteva Dio avere un Figlio seppure Unigenito? Alla fine l'Islam si considera come rivelazione definitiva e inconfutabile del Monoteismo Mosaico pur conservando della tradizione araba preislamica la classificazione degli angeli come creature di luce, degli umani come creature di terra e dei genii o jinn nati dal fuoco nella fantasia dei nomadi sahariani: perciò oltretutto nessuna revisione testuale del Corano è stata mai autorizzata, al contrario di Torah ebraica e Vangeli cristiani.
L'esperienza personale in giro per il mondo dell'autore Hitchens mette in discussione i miracoli moderni escludendo a priori che fossero miracoli quelli delle Antiche Scritture: ai nostri tempi l'entusiasmo convinto di apostoli di uno o dell'altro "Santo" aggirano e raggirano magari senza volerlo la realtà per celebrare la gloria della loro Star della bontà. Mentre invece, al pari dell'antichità, le calamità naturali vengono tutt'ora usate da tutte le religioni come segno dell'intervento divino che punisce o ammonisce. E comunque dal '900 la quantità di conquiste e scoperte scientifiche dall'astronomia alla biologia alla fisica hanno dato spiegazioni sul mondo molto più convincenti, complete e coerenti delle religioni, fatto che spiega il distacco di molta gente dalle "Chiese" che però cozza con la realtà della sempre crescente radicalizzazione dei monoteismi. Da Trotski salta fuori che il "popolo" a un certo punto va oltre il materialismo e tende al trascendente che può anche essere, oltre ai culti comunemente intesi, un ideale come la Rivoluzione, che pure ha generato opere d'arte. Ma visto che le arti s'ispirarono per più di 2 millenni soprattutto al trascendente religioso si può supporre che tutti i genii dello stampo d'Omero, Leonardo, Shakespeare e di qualche musicista avrebbero potuto forgiare opere d'altrettanto valore da spunti differenti.
Comunque appare realistico che tante religioni siano nate dall'esigenza da parte di capopoli quali Mosè, Gesù, Maometto, e non solo, di governare, unificare o quantomeno emancipare attraverso una "trascendenza forte" tribù nomadi esasperate e rese violente da condizioni di vita estreme, o popolazioni abbruttite dall'isolamento alle prese con schiavi ribelli, o ancora popoli d'antica fierezza sottomessi da imperi potenti e arroganti. Esempio lampante è che il mito fondativo dei Mormoni partì dalla profanazione, da parte di John Smith e parenti, di "ricche" sepolture native americane, probabilmente Hopi, site appunto nella fattoria di proprietà del razzista e schiavista che fu poi guida storica della Chiesa Mormona di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni: la loro teoria balzana è che più di mezzo millennio prima di Cristo una parte del popolo ebraico popolò il continente americano costituendo così la base etnica e culturale dei Nativi Americani.
Ma è dimostrato come attraverso il fervore religioso e filosofico s'arrivi ad affrancare masse di popolazione destinate alla sottomissione razzista e classista: esempio ne è il reverendo Martin Luther King, protestante statunitense, umanista e pacifista che promosse in modo clamoroso l'autoemancipazione dei neri del proprio paese con ripercussioni mondiali, preceduto dal filosofo e avvocato indiano Mohandas Gandhi, dichiarato fuoricasta dai suoi correligionari indù, che lottò in SudAfrica contro la discriminazione finendo poi ad essere il Mahatma, vero Padre della sua patria, l'India indipendente!
Tutta una serie di precetti delle grandi religioni vanno contro i diritti dell'uomo, soprattutto per quanto riguarda la condizione femminile e la sessualità, ma anche contro l'uguaglianza, per cui un uomo come Gandhi ha combattuto da indù contro la sua stessa religione a caste, abbracciando un pacifismo universale.
Alla gente la religione ha fornito spesso per merito di uomini illuminati un potere di riscatto formidabile ma, e l'esempio più recente è della metà di questo agosto, anche un'ispirazione di strage reciproca come tra milizie sunnite e alawite: e si tratta di musulmani siriani, comunque.
Ritengo sia un bene che le religioni si occupino di diritti dell'uomo, quando non lo fa abbastanza la Politica ufficiale, ma che sia davvero un veleno quando si occupano di politica bellica avvelenando proprio i diritti dell'uomo.
fonti: Christopher Hitchens / www.gadlerner.it / www.studibiblici.it / www.wikipedia.org
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