lunedì 30 aprile 2012

467. Stare meglio a Milano.

Tutti gli orizzonti di Milano sono cambiati in modo bestiale in un anno, e ovunque si vada o ci si giri c'è un trauma che aspetta al varco, straniamento forzato o sorpresa che sia. Si prenda per esempio da via Filzi a via Cenisio, passando per le ex-Varesine, via Gioia e tutta la zona ferroviaria e abitativa di via Farini: tra i cantieri dell'edilizia per Expò e per la linea metropolitana numero 5 e i percorsi stravolti da edifici altissimi sorti in mezzo agli ampi spazi aperti di verde pubblico e di viabilità pubblica, privata e pedonale, può girare davvero la testa! Oggi che piove lo sconforto è facile davvero: a certe forme già ci si abitua, ma per il resto è facile pure sentirsi estranei alla propria città nell'insieme. Invece, pur con tanti cambiamenti, sento sempre più mio il Quartiere Cinese, diventato un rifugio, con locali di ritrovo saltati fuori come funghi dove frequentare tanta gente nuova e rincontrarne tanta di vecchia pezza, e con tanti palazzi che si scartano luminosi dopo rinnovi e restauri. Il momento critico s'ammorbidisce in un rione il cui cuore pedonale fa sentire privilegiati, secondo me, noi abitanti.

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