Per quanto ne so Popolare Network in radio, il tg La7 e il tg nazionale di Rai 3 in tivù restano per ora le ultime voci giornalistiche dell'etere svincolate dalla maggioranza sortita da una legge elettorale che non riconosco. La Lega Padanista, governata dall'orda eterogenea della famiglia Bossi con Maroni e tanti pupi, carri, carrocci e giuramenti "nordisti", oltre al tg2 Rai che già deteneva, pare si sia cuccata per il suo Casarin la torta dei tg regionali con la farcitura sontuosa costituita dal Tg Lombardia. Questa stanza dei bottoni darà alla Lega un potere mediatico eccezionale come risarcimento cospicuo degli affronti politici denunciati e subiti da parte del governo tecnico: davvero un bel patto interno di spartizione informativa tra B. e B.!
Il lunedì appena trascorso ha visto l'attrice Lella Costa nello studio de "L'infedele" di Lerner, e c'ero anch'io, che metteva sul tavolo il fatto che il presidente Napolitano, ex-comunista migliorista*, ha voluto, senza dichiararlo apertamente, tener conto del fatto che in Italia aveva vinto la Destra, e dovendo decidere per un governo tecnico ha scelto un uomo di Destra, più autenticamente reazionario, meno populista e meno autoreferente del Cavaliere. Mi chiedo a questo punto, senza però saperne fare un'analisi seria, cos'avrebbe deciso un Pertini o uno Scalfaro, ma anche come questi avrebbero agito negli anni appena trascorsi di questo "Governo dei Ca22i Propri"!! E proprio in questo contesto politico le nomine da diktat di Lorenza Lei direttrice generale della Rai sono una vergogna assoluta in diretta relazione all'appiattimento e allo svuotamento dell'informazione lottizzata che indica la strada per il fallimento globale della radiotelevisione pubblica.
*nel P.C.I. corrente riformista quasi socialdemocratica mirante a modificare il capitalismo dall'interno in modo pacifico e non conflittuale.
Il lunedì appena trascorso ha visto l'attrice Lella Costa nello studio de "L'infedele" di Lerner, e c'ero anch'io, che metteva sul tavolo il fatto che il presidente Napolitano, ex-comunista migliorista*, ha voluto, senza dichiararlo apertamente, tener conto del fatto che in Italia aveva vinto la Destra, e dovendo decidere per un governo tecnico ha scelto un uomo di Destra, più autenticamente reazionario, meno populista e meno autoreferente del Cavaliere. Mi chiedo a questo punto, senza però saperne fare un'analisi seria, cos'avrebbe deciso un Pertini o uno Scalfaro, ma anche come questi avrebbero agito negli anni appena trascorsi di questo "Governo dei Ca22i Propri"!! E proprio in questo contesto politico le nomine da diktat di Lorenza Lei direttrice generale della Rai sono una vergogna assoluta in diretta relazione all'appiattimento e allo svuotamento dell'informazione lottizzata che indica la strada per il fallimento globale della radiotelevisione pubblica.
*nel P.C.I. corrente riformista quasi socialdemocratica mirante a modificare il capitalismo dall'interno in modo pacifico e non conflittuale.
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