venerdì 15 luglio 2011

318. Equiparazioni

Il comune senso del pudore e della moralità non sono riferimenti fissi e univoci ma evolvono, fluiscono e rifluiscono come una marea: un prete della chiesa valdese, dove attualmente ci si sposa anche tra persone dello stesso se55o, ha di recente dichiarato che se si dovesse seguire ancora la Bibbia senza tener conto di quando fu scritta, si dovrebbe ancora praticare la lapidazione delle donne adultere. Si consideri anche il fatto che a seguito di movimenti mondiali per la moratoria della pena di morte e per il diffuso rispetto dei "diritti universali dell'uomo", la stragrande maggioranza del mondo occidentale e gran parte della spiritualità mondiale, sono ormai orientate a non intervenire più cruentemente e nemmeno direttamente nei fatti privati degli esseri umani: questa "filosofia" in linee generali considera reati punibili solo le violenze di ogni tipo, l'assassinio, il furto, il raggiro e discriminazioni di ogni tipo, o quasi. Ma bisogna continuare a mantenere la guardia alta, se si tiene ai diritti umani, perché il riflusso è sempre dietro l'angolo.
L'ordinamento italiano fino al 1968 prevedeva ancora l'adulterio come reato interno alla coppia coniugata, perseguibile su querela del marito: già, perché si trattava di reato femminile e per le corna la moglie veniva punita, eventualmente assieme all'amante, secondo l'articolo 559. Era l'articolo 560, invece, ad occuparsi del corrispettivo reato di concubinaggio, imputabile solo a un marito la cui amante vivesse in casa o in un luogo noto a molti. Solo la sfacciataggine e la disattenzione portavano responsabilità penale del maschio sposato. Sicche' la discrezione salvava il kulo al fedifrago.
Ma l'equiparazione totale oggi come oggi esiste solo in Scandinavia: evviva quei paesi e i loro diritti. Invece in Italia sta prendendo piede solo la spregiudicatezza dei potenti. Si puo' sperare solo in vero nuovo corso.

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