giovedì 23 giugno 2011

306. Concita e i mercanti.

D’Alema exdirettore dell’Unità organo del Partito Comunista Italiano, quindi da anni giornalista in aspettativa, ha deciso di riprendersi da Soru la proprietà della testata a suo tempo ceduta, all'apice del dissesto, da Veltroni con Concita "allegata", che succedeva a Padellaro, offrendo in cambio appunto a Renato Soru (fondatore di Tiscali ed ex-presidente della Sardegna) una candidatura nel PD.

Il giornale ora non va ancora in pareggio ma la DeGregorio ne ha trasformato la fisionomia: una strategia non d’assalto ma sintonizzata su tutte le vocazioni attuali del PD, che comunque doveva rifiutare lo scontro frontale con S.B., secondo quel supposto condizionamento politico che così portò alla fondazione da parte di Padellaro del Fatto, col mucchio selvaggio di giornalisti col loro stuolo di lettori al sèguito. Troppo cane sciolto rispetto al partito, la Concita: ma di che razza di partito parliamo, che così la giudica? Se il presupposto del diktat imperativo è verace, allora di sicuro negli ultimi mesi la Direttora è venuta meno all’impegno di non accanirsi contro Quelo: vabbè tutto, ma con quello che è emerso dall’inizio dell’anno, anzi venuto a galla come gli stron2i, lei con la tempra che mostra su carta, blog e tivù non poteva certo rimanere defilata con naturalezza, e allora le sue “bischerate” indignate, che io apprezzo, ed altri snobbano, sono state tra le perle migliori del giornalismo nostrano d’opinione. Almeno ora si sa che le sue opinioni si leggeranno su Repubblica.


fonti: i 100 fiori

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