« Unità nelle cose fondamentali, libertà dove c'è il dubbio, carità in tutto », diceva Agostino d'Ippona, padre e dottore della Chiesa di Roma: motto cui si richiama la dottrina vetero-cattolica professata da tutte le comunità che si separarono dalla Chiesa Cattolica dal 1870 al 1871 opponendosi al dogma proclamato dell'infallibilità papale, ad opera di Pio IX e definito nel Concilio Vaticano I con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus. Già vent'anni prima "Vecchi Cattolici" furono definiti i cattolici di Utrecht che non avevano legittimato il nuovo vescovo nominato dal Papa. Tutte queste comunità aderiscono attualmente all'Unione di Utrecht, che dottrinalmente poco si differenzia dalla Chiesa Anglicana, prima scissione del 1500, squisitamente politica, della Chiesa Romana: i fedeli Utrechtiani e Anglicani sono tutti cattolici riformati ma non protestanti.
I Papi, e sto parlando specificamente di Karol Wojtyla e di Joseph Ratzinger sempre più combattono il pensiero laico influenzando la legiferazione necessaria alla vita d'oggigiorno e promuovendo massicciamente l'obiezione di coscienza dei cattolici, ormai equiparata a quella dei pacifisti, i quali però non limitavano l'autodeterminazione di nessuno. L'obiezione di coscienza in campo medico risulta obbligo del fedele ma intacca il buon funzionamento per esempio dell' I.V.G.*, legge della Repubblica. Il Papato sempre più criminalizza gli omosessuali e persino le leggi antiomofobiche, in quanto bavagli del vituperio chiesastico contro la sodomia, malattia dell'anima.
Ma come fanno tutti quei credenti in polemica con un Papa Infallibile a non migrare in massa nell'Unione di Utrecht?
*Interruzione Volontaria di Gravidanza, l'aborto legale
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