lunedì 25 aprile 2011

263. Pasquetta: ancora in piazza

Quest’anno giornata doppia di festeggiamenti: esaurendosi col 25 aprile l’intero periodo pasquale imperniato sulla domenica dopo la luna piena successiva al 21 marzo, abbiamo insieme la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e la Pasquetta, in virtù di una “festività mobile”!
Invece il 1°maggio, festa civile per eccellenza, potrebbe essere da quest’anno “sovraimpressa” alla “festa fissa” per il beato Karol Wojtyla : tutti gli italiani laici, ma soprattutto quelli di sinistra, tutti quelli che si sentono figli della Costituzione e dello Statuto dei Lavoratori, dovrebbero sopportare, salvo ripensamenti da parte della Chiesa Cattolica, una festa condivisa, se non addirittura offuscata dalla celebrazione di una figura come Giovanni Paolo 2°, titolare di un papato stimato in parte anche dalle Sinistre. La sua intensa azione diplomatica contro i regimi autoritari di ogni segno e la sua presa di posizione contro capitalismo e consumismo sono stati apprezzati in Italia da tutti i politici cattolici e di sinistra, mentre sconfessare la teologia della Liberazione e tutte le istanze libertarie in gioco negli anni del suo regno è stato un marchio innegabile di tradizionalismo bieco.
Comunque oggi piazza del Duomo era stracolma ma non impraticabile come altre volte, e un gran numero di slogan letti e ascoltati contenevano la parola Costituzione. Da 2 chiacchiere con l’amica Cecilia, politica giovane come l’acqua, vien fuori che l’ANPI ha bisogno di iscritti nuovi per mantenere in vita questa Repubblica nata in buona parte dalla Resistenza Partigiana: dopo quasi 60 anni gli ex-partigiani sono ormai pochissimi, e chi crede in quegli stessi valori civili come dovrebbe sostenere attivamente l’associazione.
Turisti si mescolavano a noi dimostranti e insieme ascoltavamo ovattate dagli altoparlanti voci alterne, per una volta senza retorica ma con tanto allarme civile. Pare che con l’avanzare della giornata il cielo d’alluminio di stamattina, scaldato dal sole e dalla folla eterogenea, preoccupata e festante in giro per Milano, abbia cambiato umore pur senza cambiar colore.
La leggera fobia provata verso la folla mentre fermo in piedi venivo urtato di continuo, è volata via mentre m’incamminavo sotto il sole alla fermata del tram, anche per il conforto avuto da tutta quella gente combattiva e apparentemente brada, che rideva, s’inca22ava, cantava e s’esibiva. Tutte le età, tutti gli stili possibili, tante razze e tanti modi. Ieri ho commentato in web un articolo di Moni Ovadia, e oggi l’ho incrociato in Piazza mentre tornavo verso casa, e pure questo m’ha confortato.

Nessun commento:

Posta un commento